Europa: nuova riforma degli scambi UE

Lo scorso 18 Febbraio la Commissione Europea ha pubblicato l’ultima trade policy Review: tra le principali novità, il collegamento esplicito della politica commerciale dell’Unione Europea con la transizione digitale e la sostenibilità ambientale

Informazioni

Secondo la Commissione, la politica commerciale europea dovrebbe essere perseguita secondo tre assi prioritari: resilienza e competitività per rafforzare l’economia della regione; sostenibilità ed equità, per riflettere l’impegno complessivo dell’UE a promuovere questi valori a livello globale; assertività e cooperazione basata sulle regole per affermare il ruolo dell’Unione come attore aperto al dialogo ma non disponibile a essere un semplice rule-taker sullo scenario globale. Tra gli aspetti più innovativi c’è il collegamento esplicito che la politica commerciale deve avere con la transizione digitale e la sostenibilità ambientale: un approccio di lungo periodo che mira a caratterizzare i futuri accordi commerciali anche con clausole legate ai servizi digitali e al commercio dei così detti “beni e servizi ambientali”, con la finalità di mitigare l’impatto del cambiamento climatico. 

Per il raggiungimento di questi obiettivi, l’UE ha individuato sei azioni fondamentali da implementare:

  1. Riformare l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), attraverso una riduzione delle distorsioni commerciali legate ai sussidi pubblici e la restaurazione dell’organo di risoluzione delle controversie (il Trade Appellate Body);
  2. Sostenere la transizione verde e promuove catene del valore “sostenibili”, in collegamento (come si diceva poc’anzi) con il Green Deal e la più ampia agenda multilaterale che ha il suo fulcro nell’azione portata avanti a livello di Nazioni Unite;
  3. Sostenere la transizione digitale e il commercio di servizi, due settori collegati dall’importanza dei dati, la cui circolazione dovrà essere regolamentata adeguatamente nel futuro prossimo per trovare un giusto equilibrio tra le esigenze degli operatori economici e i diritti individuali di utenti e consumatori;
  4. Rafforzare l’impatto dell’UE in ambito regolamentare, sfruttando a tal proposito il vantaggio competitivo di Bruxelles nel definire standard sociali, ambientali e tecnici elevati (facendo dunque leva sul cosiddetto “Brussels effect” che ha contribuito ad accrescere l’influenza dell’UE a livello globale);
  5. Consolidare le partnership di vicinato dell’UE (con riferimento soprattutto ai Balcani occidentali) ed estenderle ai partner africani, con finalità non solo economiche (un’eventuale associazione con il recente accordo di libero scambio africano AfCFTA aprirebbe un mercato con un enorme potenziale di espansione) ma anche politiche, in vista dell’allargamento dell’UE verso Est e della stabilizzazione della regione mediterranea;
  6. Rafforzare il focus dell’UE sull’implementazione degli accordi commerciali e assicurare il rispetto di regole comuni a livello multilaterale, con particolare riferimento agli strumenti di difesa commerciale, di controllo dell’export, e dei meccanismi di screening degli Investimenti Diretti Esteri (IDE).

Ulteriori approfondimenti sono disponibili sul sito ISPI

Contatti

Area Affari Istituzionali, Paolo Palamiti, tel, 0258370.824, e-mail 

 

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