COVID-19: aggiornamento a febbraio 2021 sui contagi in ambito lavorativo

Inail riconosce come "infortuni" sul lavoro i casi Covid-19 che riguardano i lavoratori: i numeri segnalati da Inail confermano l'importanza di tenere alta l'attenzione.

Inail ha pubblicato un aggiornamento fino al 28 febbraio 2021 sui "casi COVID-19" denunciati sul lavoro: le infezioni ricondotte in ambito professionale sono 8.891 in più rispetto al 31 gennaio 2021 (+6,0%). Con il 64,4% dei casi, l’incidenza della “seconda ondata” del periodo ottobre 2020-febbraio 2021 è il doppio rispetto a quella del trimestre marzo-maggio 2020. I decessi sono 499 (+38 rispetto al mese precedente).

Nella tabella (fonte: Inail) si riportano i numeri complessivi.

I numeri segnalati da Inail confermano l'importanza per le aziende di rispettare i protocolli anti contagio previsti dalle norme vigenti, che prevedono un ruolo specifico per RSPP, medici competenti, struttura aziendale e RLS. Il delicato tema della responsabilità del datore di lavoro era stato approfondito nel webinar dedicato al quale si rimanda.

Dettaglio dei dati Inail

Questi alcuni dei dati significativi evidenziati da Inail:

  • a differenza del complesso dei contagi, per i casi mortali è la prima ondata ad avere avuto un impatto più significativo della seconda: il 67,8% dei decessi, infatti, è stato denunciato nel trimestre marzo-maggio 2020 contro il 29,6% del periodo ottobre 2020-febbraio 2021;  
  • si evidenzia una distribuzione delle denunce del 44,6% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 26,5%), del 24,3% nel Nord-Est (Veneto 10,7%), del 14,5% al Centro (Lazio 6,1%), del 12,1% al Sud (Campania 5,5%) e del 4,5% nelle Isole (Sicilia 3,0%);
  • l’età media dei contagiati dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per entrambi i sessi (59 per i deceduti). Il 42,1% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni. Seguono le fasce 35-49 anni (36,8%), under 34 anni (19,2%) e over 64 anni (1,9%);
  • il settore della sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – si conferma al primo posto tra le attività produttive con il 68,4% delle denunce e il 27,1% dei casi mortali codificati;
  • gli altri settori più colpiti sono il noleggio e servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), al secondo posto per numero di decessi con il 12,3% del totale, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, il trasporto e magazzinaggio (11,7% dei decessi), le altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere ecc.), le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale) e il commercio all’ingrosso e al dettaglio.
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