Il PIL lombardo rallenta al +0,9% nel 2023 e al +0,4% nel 2024.  Spada: “Per non fermare l’economia stimolare gli investimenti in innovazione” Comunicato stampa

Il PIL lombardo rallenta al +0,9% nel 2023 e al +0,4% nel 2024. Spada: “Per non fermare l’economia stimolare gli investimenti in innovazione”

In uno scenario di stagnazione, cala ulteriormente la fiducia e prevalgono sentiment di stabilità o deterioramento sia per il presente che in prospettiva.

Milano, 23 novembre 2023Nel 2023 la crescita dell’economia lombarda è attesa fermarsi al +0,9%, più del +0,7% previsto per l’Italia ma decisamente meno del +3,2% registrato nel 2022. Rispetto alle previsioni formulate a luglio scorso, le attese sono riviste al ribasso - prevedevamo allora una crescita del +1,3% - a fronte di un quadro globale in decelerazione.

È quanto emerge dal Booklet economia realizzato dal Centro Studi di Assolombarda e pubblicato su Genio&Impresa. L’analisi rileva inoltre che, scomponendo il dato 2023 per macro-comparti, in Lombardia è continuata l’espansione di servizi (+1,9%) e agricoltura (+1,0%), mentre si contraggono industria (-1,9%), in rallentamento già dalla primavera, e costruzioni (-0,7%). La crescita debole è prevista protrarsi nel 2024 con un PIL al +0,6% per l’economia lombarda e al +0,4% per quella italiana.

I numeri indicano un rallentamento dell’economia italiana e dei nostri territori, all’interno di un contesto internazionale fragile e incerto. Influiscono svariati fattori: i conflitti in corso, la debolezza di alcune economie, la recessione tedesca, la volatilità dei prezzi, le difficoltà di accesso al credito - ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. Ma, nonostante questo rallentamento, rimaniamo il grande Paese europeo la cui economia si è ripresa più vigorosamente dopo la pandemia. Oggi, anche se cresciamo dello 0,7% nel 2023, alla fine dell’anno saremo del +3% sopra i livelli pre-Covid. E, stando alle nostre ultime stime su base regionale, la Lombardia chiuderà il 2023 con uno scarto positivo rispetto a prima della pandemia addirittura del +3,7%. Se guardiamo agli altri Paesi europei, la Germania, quest’anno in recessione, arriva a +0,5% a fine 2023 rispetto al 2019; la Francia con l’1% di crescita previsto nell’anno in corso arriva al +1,6%; la Spagna al +2,3%; il Regno Unito al +0,1%. E, stando alle previsioni per il 2024, anche se in rallentamento, resteremo sempre tra i più performanti. Il lavoro delle nostre imprese, eccellenza internazionale, ha trainato e continua a trainare il Paese anche in uno scenario geopolitico così complicato. Ora è però fondamentale stimolare gli investimenti privati per non fermare l’economia: sosteniamo l’innovazione attraverso il rilancio di Industria 4.0 e dei suoi sviluppi. È una misura strategica per mantenere e incrementare la forza e la sicurezza delle imprese e, di conseguenza, del Paese nella sempre più difficile competizione internazionale che vede potenze come con Cina e Usa mettere in campo trilioni di dollari”.

Per quanto riguarda l’occupazione, lo studio evidenzia che, nell’anno in corso, il numero di occupati regionali è atteso aumentare del +1,1%, quindi più del prodotto. A fine anno la Lombardia chiuderà così il divario con il pre-Covid e segnerà un +0,5% sui livelli 2019. Si stima che l’incremento dell’occupazione regionale proseguirà nel 2024 a tassi in linea con il PIL, quindi del +0,6%.

Il rallentamento in atto trova riscontro nelle indicazioni raccolte tramite la flash survey sul sentiment delle imprese di Assolombarda, condotta a inizio novembre e che ha coinvolto 304 aziende del manifatturiero e dei servizi. Sia per il trimestre corrente che per i primi mesi del 2024 prevalgono attese di stabilità o inasprimento del contesto economico rispetto al periodo precedente. Nel complesso del prossimo anno, il 40% del campione si attende una situazione economica regionale in linea con il 2023, il 34% prevede un peggioramento e appena un quinto un miglioramento. Guardando al numero di dipendenti, il 45% delle imprese rispondenti ha aumentato il proprio personale nel 2023 e il 38% l’ha mantenuto invariato; con riferimento al 2024, la quota di imprese che prevede un’espansione scende al 33% e quella di chi prospetta stabilità sale al 53%.

La dinamica di crescita lenta causa un ulteriore - leggero - calo del clima di fiducia del manifatturiero a ottobre sia in Italia che nel Nord-Ovest. Nel dettaglio di quest’ultimo, da un lato prosegue la brusca discesa degli ordini e dei livelli di produzione, entrambi sui minimi da novembre 2020, dall’altro si ridimensionano le scorte di prodotti finiti e salgono le aspettative di breve termine sia per gli ordini che per la produzione, sebbene le seconde rimangano su saldi negativi. Tra i benchmark europei, la fiducia del manifatturiero rimane ampiamente negativa in Germania, Francia e Spagna.

A ottobre il clima di fiducia nel Nord-Ovest diminuisce anche lato imprese dei servizi, ancora positivo ma sul livello più basso degli ultimi undici mesi. Si riporta una marcata flessione dell’andamento aziendale (prossimo allo zero) e una contrazione degli ordini, mentre le aspettative di domanda per i prossimi 3-4 mesi risultano più favorevoli. L’indice scende anche in Italia, mentre sale in Germania, Spagna e Francia (unica in zona negativa).

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