Ma da sola non ce la fa Intervista

Ma da sola non ce la fa

L'intervista di Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, Milano Finanza - 16 novembre 2019

Non si sono ancora spente le polemiche sulle dichiarazioni di Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e la coesione territoriale, che nel corso di un dibattito tenutosi a Milano intitolato Il Meridione visto da Nord ha espresso un giudizio poco lusinghiero sul capoluogo lombardo: "Milano attrae ma non restituisce quasi più nulla di quello che attrae". Class Cnbc ha chiesto a Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, un parere sulla provocazione di Provenzano e su tanti altri argomenti che scaldano il dibattito in questi giorni.

Che cosa pensa della centralità di Milano rispetto alle recenti polemiche?

"Le vorrei rispondere in modo costruttivo: Milano è una città globale e uno dei motori dell'Europa. E' diventata nel tempo sempre più attrattiva, ma per continuare a crescere e per continuare a essere traino del Paese deve lavorare in sinergia con tutti gli altri territori. Milano da sola non ce la può fare".

Com'è possibile che l'indice di Piazza Affari continui a crescere mentre tra le aziende la crisi si sente ogni giorno di più? Per non parlare del dramma che ha riportato l'ex Ilva sulle prime pagine dei giornali...

"I fondamentali delle aziende oggi sono più forti, l'industria italiana potrebbe fare molto, a patto però che la si voglia sostenere. La frenata su Industria 4.0 non è un bel segno. Lo spread ha ricominciato a salire di nuovo. Non siamo oltre quota 300, dove ci aveva portato il governo precedente, ma non dobbiamo accontentarci degli attuali 150-160 punti. Bisogna puntare a uno spread come quello spagnolo, anche perché si è aperta una nuova stagione di dialogo con l'Europa. Ma finora il governo si è dimostrato sordo ai nostri appelli".

ArcelorMittal sta però parlando con i fatti: dall'atto di recesso presentato al tribunale di Milano, al calendario per lo spegnimento degli altiforni.

"L'ex Ilva è il paradigma della miopia sulla politica industriale italiana. Abbiamo sentito il presidente del Consiglio annunciare la richiesta di una call for ideas ai suoi ministri. Se a sette anni e mezzo dal sequestro giudiziario stiamo ancora pensando a che cosa fare dell'ex Ilva questo Paese non andrà molto lontano".

Ma la siderurgia resta uno dei fiori all'occhiello dell'Italia....

"La siderurgia è fondamentale per tutta la manifattura italiana. Noi avevamo un grande impianto, tra i primi in Europa, se non il primo, per capacità produttive. Anni fa ci era stato detto che l'Italia voleva continuare a produrre acciaio con il ciclo integrale a caldo. E che, al contempo, si era trovata un'impresa globale adatta a farlo e a eseguire insieme la più grande bonifica europea di un impianto che proprio lo Stato, e non i privati, aveva realizzato. Il governo attuale e quello precedente hanno votato per l'idea opposta".

Il governo è diviso sulla nazionalizzazione, intanto sullo scudo penale è arrivato un nuovo stop agli emendamenti che prevedono la sua reintroduzione. Come finirà?

"Il tema dello scudo penale è trasversale, dopo averlo confermato l'hanno fatto decadere sia M5S sia Lega, e poi di nuovo i 5 Stelle e il Pd. E' molto ampio il fronte in Italia di chi spinge lo Stato a non mantenere i propri impegni. È un danno di immagine internazionale incalcolabile".

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