Lodi celebra Maria Hadfield Cosway, la «Grande Dame» concittadina «d'adozione» Comunicato stampa

Lodi celebra Maria Hadfield Cosway, la «Grande Dame» concittadina «d'adozione»

L’esposizione è aperta dal 23 settembre fino al 27 novembre 2022 nello spazio della Fondazione Maria Cosway in via Paolo Gorini, 10. La rassegna, approfondisce la conoscenza e lo studio di questa affascinante donna, la cui vita si legò particolarmente alla Città di Lodi.

Dal 22 settembre, gli storici locali della Fondazione Cosway, in via Gorini 10 a Lodi, solitamente chiusi al pubblico, ospiteranno la mostra «Maria Hadfield Cosway», curata da Monja Faraoni, Laura Facchin in collaborazione con Massimiliano Ferrario. La sezione americana è a cura di Maria Cristina Loi. La mostra è stata resa possibile grazie alla Fondazione Maria Cosway, con la collaborazione del Liceo artistico Callisto Piazza di Lodi, che ha curato l'allestimento, il catalogo e la parte grafica della mostra e con il sostegno, quali main sponsor, di Assolombarda e della Fondazione Banca Popolare di Lodi.

La mostra è patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Lodi, dalla Delegazione Fai Lodi, dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, dalla Fondazione Luigi Clerici di Lodi, i Lions Torrione Lodi, dalla Lira d'Orfeo del controtenore Raffaele Pe, dalla Libreria Sommaruga, dall'azienda Monteverdi Vini Srl, l'Officina di Codogno, dal Politecnico di Milano, e dall’Università degli Studi dell'Insubria.

Si tratta di una rassegna dedicata ad approfondire la conoscenza e lo studio di questa affascinante donna, la cui vita è stata un vero e proprio Grand Tour tra Firenze, la sua città di nascita, Londra, dove visse con il marito Richard Cosway, la Parigi napoleonica, Lione e infine Lodi, sua seconda patria come la stessa Cosway scrisse: «Non sarei io quella: son divenuta Lodigiana come ero Lionese come sarò sempre in ogni paese ove mi stabilisco di qual governo sia».

«Il percorso espositivo, ordinato per sezioni cronologiche e tematiche - spiegano Laura Facchin Monja Faraoni e Maria Cristina Loi - pone l'attenzione sulle testimonianze documentarie e iconografiche della straordinaria vita di Maria Hadfield Cosway. Le ricerche realizzate in occasione della mostra - proseguono le curatrici - illustrate in un ricco catalogo pubblicato dalla Casa editrice Callisto Piazza, hanno permesso di mettere in luce in modo approfondito i diversi legami che la pittrice, musicista e filantropa ebbe durante la sua vita con i numerosi personaggi di spicco che conobbe fra Firenze, Londra, Parigi, Lione e Lodi».

Una donna intrigante, capace di tessere relazioni ed amicizie con personalità di rilievo internazionale nella storia politica, culturale e artistica tra la fine dell’Antico Regime e la Restaurazione.
Tra di esse sono sicuramente da ricordare Thomas Jefferson, terzo Presidente degli Stati Uniti, e il suo fraterno amico, il generale polacco Tadeusz Kòsciuszko. Ma anche Louisa Stolberg contessa d’Albany, con l’inseparabile Vittorio Alfieri, la famiglia Bonaparte, Giulia Beccaria e suo figlio Alessandro Manzoni, Ugo Foscolo e Luigi Marchesi di Inzago, che studiò a Modena e divenne «allievo musico soprano» nella cattedrale di Milano.
Senza dimenticare gli innumerevoli artisti che conobbe tra cui Angelica Kauffman, Anne Seymour Damer, Antonio Canova, Jacques Louis David, Joseph-Marie Vien e Andrea Appiani.

«Maria - come sottolinea Francesco Maria Chiodaroli, Presidente della Fondazione Maria Cosway -, ci consegna molteplici lasciti. Alla Fondazione, che porta il suo nome, ed alla “sua seconda patria” Lodi (Maria si considerava fiorentina di nascita e lodigiana di adozione), lascia in particolare la sua opera educativa. I ragazzi hanno bisogno oggi, più che allora, di educatori ed insegnanti appassionati, innamorati delle loro materie a tal punto da renderle affascinanti agli occhi delle nuove generazioni. È quello che ci ha mostrato Maria Hadfield nella seconda parte della sua esistenza, fondando a Lodi, nel 1812, il collegio della Beata Vergine delle Grazie».

Un itinerario contraddistinto da due anime: una storica, caratterizzata da una sessantina di opere, tra dipinti e disegni, molti dei quali visibili per la prima volta in pubblico, e una contemporanea, rappresentata dai lavori degli studenti del Liceo artistico e della Fondazione Luigi Clerici, che hanno reinterpretato, con originalità, gli oggetti del periodo, restituendo i luoghi in cui visse Maria, e la moda del tempo.

«Il nostro territorio, prosegue Fulvio Pandini, Vice Presidente di Assolombarda e Presidente della Sede di Lodi di Assolombarda, vitale e internazionalizzato, è capace di grandi slanci culturali che traggono forza e sostanza da quel saper fare, cifra del tessuto economico e sociale che fa del Lodigiano non solo una “terra buona”, ma anche un luogo dove l’industria ha solide radici. Per questo come sede di Lodi di Assolombarda abbiamo accolto con grande interesse il progetto di valorizzazione di una figura che molto ha fatto per i giovani sul nostro territorio: Maria Hadfield Cosway. Una donna colta, cosmopolita, interprete di una vita straordinaria ispirata alle arti e profondamente legata alla nostra città, con un percorso espositivo che si configura come un’importante iniziativa culturale per la città di Lodi e per tutto il nostro territorio».

«È con piacere che la Fondazione Banca Popolare di Lodi, dichiara il presidente Duccio Castellotti, da sempre luogo di relazioni di dialogo e di lettura dei bisogni del territorio, con un'attenzione anche verso la cultura e la storia, supporta la mostra dedicata a Maria Hadfield Cosway che rappresenta tuttora, a oltre 180 anni dalla sua scomparsa, una presenza unica e vitale per la città di Lodi e la sua storia. Merito delle curatrici - prosegue Castellotti - è anche quello di aver contestualizzato la selezione delle circa sessanta opere costitutive il cuore della mostra - dipinti, sculture, stampe, disegni, lettere e spartiti musicali - in un percorso articolato da pannelli esplicativi, realizzati graficamente dagli allievi del Liceo Artistico Callisto Piazza, che accompagnano i visitatori nelle fasi essenziali della biografia di Cosway».

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