8. Conoscere le imprese, conoscere il contesto

8.1. Le indagini periodiche, gli studi e le ricerche

Assolombarda produce, condivide e diffonde informazioni e dati finalizzati a supportare la competitività delle imprese associate e del sistema produttivo:

  • analisi tese a fornire indicazioni sull’evoluzione congiunturale, consuntiva e prospettica dei principali settori economici dell’area milanese;
  • sintesi e dati su studi economici condotti a livello nazionale e internazionale;
  • iniziative finalizzate a fornire indicazioni sui possibili sviluppi della realtà economica e territoriale nel suo complesso.

 

Questa attività, svolta prevalentemente dal Centro Studi dell’Associazione, coinvolge in misura crescente le diverse componenti della struttura organizzativa in funzione dei temi di volta in volta oggetto di analisi e approfondimento.

8.1.1. Le partnership

Nel corso del tempo il potenziamento di quest’area di intervento ha comportato lo sviluppo e il consolidamento di partnership e collaborazioni strutturate con altri soggetti, sia nell’ambito del Sistema Confindustria – il Centro Studi Confindustria e quelli di altre Associazioni sono ormai da tempo partner consolidati di Assolombarda – sia rispetto a un novero sempre più ampio di interlocutori esterni.

In particolare, nel 2011 l’Associazione, nell’ambito della relazione con gli enti di ricerca e le istituzioni, ha rafforzato l’interazione con l’Istat e il Cnel (attraverso la partecipazione al Comitato Cnel/Istat sugli indicatori di progresso e benessere) e ha consolidato quella con Prometeia, GEI-Gruppo Economisti d’Impresa, l’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Milano e la sede della Lombardia della Banca d’Italia.

All’interno del mondo accademico, a sua volta, Assolombarda conta come partner ‘storici’ per l’attività di analisi e approfondimento l’Università Commerciale Luigi Bocconi, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Brescia. Nel 2011, oltre ad aver reso più sistematiche queste relazioni, ha avviato nuove collaborazioni con l’Università degli Studi di Bergamo, l’Università degli studi di Pavia e l’Università degli Studi di Torino.

Altri interlocutori consolidati dell’Associazione per l’attività di analisi – nel caso specifico di tematiche attinenti il mondo del lavoro – sono le organizzazioni sindacali milanesi: il rapporto strutturato con Cgil, Cisl e Uil locali su questo fronte rende possibile, ormai da diversi anni, realizzare una lettura condivisa di una molteplicità di variabili e di fenomeni che si sviluppano sul territorio.

8.1.2. La competitività

Il tema è una costante dell’ambito di analisi e di studio dell’Associazione, al punto che dal 1994 è attivo l’Osservatorio Assolombarda-Bocconi sulla competitività delle imprese milanesi e lombarde.

A gennaio 2011 l’Osservatorio ha presentato i risultati dell’indagine “Imprese oltre la crisi, realizzata nel 2010 e finalizzata ad analizzare le mosse strategiche attuate e pianificate dalle imprese milanesi, anche in risposta alle difficoltà che investono l’economia.

Lo studio, condotto intervistando i massimi vertici di 60 aziende di successo, si è inserito all’interno di un progetto di ricerca più ampio, coordinato da Confindustria, che ha coinvolto quasi 500 imprese a livello nazionale.

Nel 2012 verrà reso disponibile il rapporto di ricerca integrale, completo dei 60 casi aziendali analizzati.

8.1.3. L’economia

Al filone dell’economia sono riconducibili i sondaggi semestrali realizzati dall’Associazione sulle previsioni delle imprese milanesi. Il loro scopo è raccogliere le opinioni delle imprese del manifatturiero, del terziario innovativo e della distribuzione industriale su questioni di attualità economica (2 edizioni nel 2011).

Attengono allo stesso ambito anche diversi ‘prodotti’ realizzati a esclusivo uso interno, come i sondaggi tematici che l’Associazione effettua in occasione delle riunioni istituzionali, la Nota economica che mette a disposizione dei propri Organi, le note di sintesi e valutazione sulle principali misure di politica economica e industriale, e quelle relative alle principali pubblicazioni/eventi economico-statistici realizzati da altri soggetti.

8.1.4. I settori produttivi

Manifatturiero, terziario innovativo, distribuzione industriale, industria alberghiera e sanità privata sono al centro di diverse indagini periodiche realizzate da Assolombarda, anche in collaborazione con partner esterni.

In particolare:

  • l’Indagine ‘Rapida’ sul settore manifatturiero milanese monitora mensilmente l’andamento congiunturale del comparto, analizzando diverse variabili come il clima di fiducia, la produzione, gli ordini, il fatturato, l’occupazione e le scorte, oltre alle aspettative degli imprenditori rispetto alla produzione, agli ordini e alle tendenze generali dell’economia (10 edizioni nel 2011);
  • le Indagini sul terziario innovativo e sulla distribuzione industriale monitorano trimestralmente l’andamento congiunturale dei due settori, esaminando in entrambi i casi il clima di fiducia, gli ordini, il fatturato, l’occupazione e i prezzi, oltre alle aspettative in termini di ordini, fatturato, occupazione, prezzi e tendenze generali dell’economia (4 edizioni nel 2011);
  • l’Indagine sul settore alberghiero high level monitora trimestralmente l’andamento congiunturale del settore terziario turistico di fascia più alta dell’area milanese. In questo caso le variabili analizzate – fatturato camere, fatturato food and beverage, fatturato totale, presenze, camere occupate, tasso di occupazione delle camere e permanenza media – sono dettate dalle caratteristiche peculiari del comparto (4 edizioni nel 2011);
  • l’Osservatorio Assolombarda-Cergas Bocconi realizza annualmente un Rapporto sullo stato del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale, con un focus particolare sulla sanità privata. Ulteriori approfondimenti dell’edizione 2011 riguardano il progetto “CReG (Chronic Related Group)” della Regione Lombardia e il rapporto ospedale-territorio.

 

8.1.5. Il lavoro

L’ambito del lavoro nelle sue diverse declinazioni è forse quello che ha visto Assolombarda sviluppare da più tempo un’attività intensa e diversificata di analisi e di approfondimento.

La prima Indagine sul mercato del lavoro nell’industria manifatturiera e nelle attività terziarie, ad esempio, risale al 1992. Si tratta di un’analisi annuale della struttura e della dinamica dell’occupazione, degli orari e delle assenze dal lavoro, e delle retribuzioni di fatto. Nel corso del tempo questo lavoro – originariamente dedicato al solo settore manifatturiero – ha ampliato il suo raggio di azione, fino a coprire l’intero sistema produttivo rappresentato dall’Associazione. Metodologicamente l’indagine è stata fatta propria dall’intero Sistema Confindustria, sia per le modalità che per i tempi di rilevazione e diffusione dei risultati.

L’Indagine sulla cassa integrazione guadagni, licenziamenti e disoccupazione ha origini ancora più ‘antiche’: dal 1971 monitora mensilmente l’andamento delle ore di Cig Ordinaria concesse dall’apposita Commissione Provinciale, e quello del numero di licenziamenti decisi nell’ambito di vertenze condotte in Assolombarda (11 edizioni nel 2011).

Più recente, ma con un’eco più forte anche al di fuori della cerchia degli studiosi ed esperti delle problematiche del mondo del lavoro, è Il Lavoro a Milano, realizzato in partnership con Cgil, Cisl e Uil territoriali. Questa collaborazione permette di produrre un rapporto annuale – arrivato nel 2011 alla sesta edizione – che sistematizza i dati disponibili sul mercato del lavoro milanese e fornisce una base conoscitiva condivisa tra Assolombarda e le organizzazioni sindacali.

8.1.6. L’internazionalizzazione

All’attenzione che il sistema produttivo locale rivolge ai mercati esteri è dedicata l’Indagine sui processi di internazionalizzazione delle imprese milanesi, che approfondisce annualmente le caratteristiche dei processi di internazionalizzazione delle aziende associate, proponendo anche confronti con le altre province, non solo lombarde. L’indagine monitora il livello e l’evoluzione del grado di apertura internazionale delle imprese, le loro modalità di presenza sui diversi mercati e aree geografiche, le traiettorie di sviluppo e il ricorso a fornitori esteri.

Nel corso del tempo l’indagine – che conta anche sulla collaborazione di SACE – ha permesso di attivare diverse partnership (Confindustria Lombardia, Unione Industriale di Torino, Camera di Commercio di Milano).

8.2. Una fotografia del sistema produttivo

Nell’area milanese – le province di Milano, Lodi e Monza Brianza, territorio di competenza dell’Associazione – è concentrato oltre il 5% delle imprese italiane e il 35% di quelle lombarde. Le imprese industriali del territorio producono quasi l’11% del valore aggiunto dell’industria italiana ed esportano una quota pari al 13% del totale dell’export nazionale.

La provincia di Milano in particolare, grazie alla presenza di un tessuto produttivo molto dinamico nel quale industria e terziario interagiscono positivamente, è il polo di eccellenza dei servizi alle imprese. Infatti, qui sono presenti il 56% delle unità locali lombarde del settore e il 10% di quelle italiane.

Le imprese milanesi sono leader in settori merceologici importanti: meccanica strumentale; arredamento, design e moda; chimica e farmaceutica; sanità e salute; media e editoria; Information Technology; finanza e assicurazioni; consulenza di direzione e organizzazione aziendale; marketing, ricerche di mercato, pubblicità e relazioni pubbliche.

Il mercato del lavoro dell’area milanese può contare su una folta élite professionale di quadri e dirigenti, su livelli di scolarità molto elevati e su una partecipazione femminile ampia e qualificata.

Dalle informazioni raccolte tra le aziende associate, lo skill ratio (l’incidenza dei lavoratori a elevata specializzazione sul totale della forza lavoro) risulta in costante crescita, la percentuale di laureati tra gli occupati si conferma sensibilmente superiore alla media lombarda e italiana, e la presenza femminile è elevata e sta crescendo soprattutto nei ruoli a maggior contenuto professionale (dirigenti e quadri).

Anche grazie a queste caratteristiche, a Milano il tasso di disoccupazione si mantiene molto al di sotto della media nazionale (5,8% nel 2011, rispetto all’8,5% dell’Italia) e il tasso di attività delle donne in età lavorativa sfiora il 63%, rispetto al 51% del Paese.

Il capitale umano rappresenta uno dei principali asset competitivi delle imprese milanesi sui mercati mondiali e costituisce al tempo stesso un forte fattore di attrazione: in provincia di Milano hanno sede circa 2.000 imprese multinazionali estere (il 45% di quelle presenti in Italia).

Le imprese internazionalizzate, a loro volta, sono un vero esercito: oltre il 60% tra le associate ad Assolombarda, in gran parte di piccola e media dimensione.

I paesi dove sono attive continuano a essere soprattutto quelli europei (in particolare Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), ma al centro delle intenzioni di sviluppo nei prossimi tre anni ci sono mercati nuovi, non solo in orbita europea (come Russia e Turchia), ma sempre più anche in aree più lontane (soprattutto Cina, India, Brasile e USA). Questo riposizionamento geografico è in atto da qualche anno e dimostra la flessibilità delle imprese nello spostarsi verso i mercati in crescita. La crisi ha accelerato il processo: ancora nel 2008 le esportazioni milanesi si distribuivano equamente tra paesi UE e resto del mondo, mentre in soli 3 anni la quota extraeuropea è salita al 60%.

8.3. Lo scenario di riferimento

A livello mondiale, dopo il consistente rimbalzo del 2010 (+5,3% il Pil mondiale), nel 2011 il recupero globale ha decelerato (+3,9%).

L’attività economica ha toccato il picco nella prima parte dell’anno, per poi chiudere in rallentamento. Un rallentamento che è stato indotto, in parte, dalla flessione fisiologica della crescita dopo lo slancio post-crisi e, in parte, dal riacutizzarsi della crisi del debito in Europa.

Dall’estate, infatti, i dubbi dei mercati sulla sostenibilità delle finanze pubbliche di alcuni paesi periferici dell’Area Euro, tra i quali l’Italia, hanno comportato una nuova ondata di turbolenze finanziarie: i tassi dei titoli di Stato di questi paesi hanno registrato una nuova impennata, repentina e consistente, rendendo necessarie misure fiscali che hanno avuto come effetto collaterale la compressione dell’attività economica e delle prospettive. Nel contempo, la sfiducia dei mercati finanziari ha investito violentemente anche le banche di quegli stessi paesi (a causa delle rilevanti quote di titoli pubblici che detengono), comportando un inasprimento delle condizioni di accesso al credito per famiglie e imprese, e quindi una trasmissione della tempesta dal mondo del credito all’economia reale.

Le risposte della politica economica europea hanno contenuto l’emergenza: i tassi dei bond governativi sono stati ricondotti a livelli sostenibili attraverso (obbligate) politiche di restrizione fiscale e la massa di liquidità con la quale la BCE ha soccorso le banche europee. La situazione resta ancora aperta in chiusura d’anno: alle politiche di emergenza vanno affiancate strategie di ampio respiro in grado di innalzare la competitività e il potenziale di crescita dell’Area Euro.

In Italia l’incremento del Pil nel complesso del 2011 è stato modesto e pari allo 0,4%, contro una performance media dell’Area Euro dell’1,4%. Considerando che in Italia la caduta del 2009 è stata del -5,5% e il recupero del 2010 si è attestato all’1,8%, resta ampio il gap per tornare ai livelli di ricchezza pre-crisi.

A livello di fatturato del manifatturiero, nel 2011 è proseguito il recupero intrapreso nel 2010 (+5,6% la variazione annua), ma anche in questo caso non si sono colmate le perdite accumulate nel 2009 (il divario rispetto al 2008 è del -5,7%).

Le imprese attive sui mercati esteri sono quelle che hanno saputo mettere a segno le performance migliori, beneficiando del traino della domanda internazionale. Infatti, nel 2011 l’export del manifatturiero italiano è cresciuto del +11,4% in valore rispetto al 2010; l’espansione è stata comune a tutti i settori e, soprattutto, le esportazioni complessive sono tornate sopra i livelli pre-crisi (+2,6% rispetto al 2008).

In linea con l’andamento italiano, l’indagine di Assolombarda sul settore manifatturiero milanese ha evidenziato un picco positivo dell’indice del clima di fiducia nei primi mesi del 2011, per poi registrare un deterioramento continuo e costante nella restante parte dell’anno. La discesa della domanda interna si è rivelata brusca, mentre gli ordini esteri hanno mostrato una tenuta maggiore, soprattutto nella prima metà dell’anno. Conseguentemente alla diminuzione della domanda, le aspettative di produzione sono calate e le scorte si sono accumulate nei magazzini.

Al contrario, il clima di fiducia del terziario innovativo dell’area milanese è progressivamente migliorato nel corso dell’anno, grazie al recupero degli ordini e delle opinioni degli imprenditori sulle tendenze future dell’economia italiana. L’andamento diametralmente opposto rispetto al manifatturiero non deve sorprendere, considerato il consueto ritardo di trasmissione del ciclo economico al settore dei servizi.

Sul fronte del mercato del lavoro, nel complesso del 2011 il tasso di disoccupazione nazionale si è confermato all’8,4% come nel 2010, ma il profilo mensile ha evidenziato una riduzione nei primi mesi dell’anno e pressioni crescenti nel periodo finale. A Milano la disoccupazione è diminuita dal 5,9% nel 2010 al 5,8% nel 2011.

A livello nazionale le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni si sono ridotte del -21% rispetto al 2010 e tutte le componenti hanno registrato una flessione (Ordinaria -34%; Straordinaria -16%; in Deroga -15%). Nell’area milanese il calo complessivo è stato più accentuato e pari al -28%, grazie al crollo della Cig Ordinaria (-55%), alla frenata della Cig Straordinaria (-29%) e alla flessione della Cig in Deroga (-6%). Infine, la contrazione della Cassa Ordinaria è stata ancora più significativa per le sole imprese associate ad Assolombarda, che nel 2011 hanno ridotto del -67% le ore richieste.

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