Milano produttiva 2016

26° rapporto della Camera di Commercio di Milano.

In sintesi

Il 26° rapporto della Camera di Commercio di Milano racconta la metamorfosi identitaria della città metropolitana, da "Milano da bere" a "Milano da vivere". 

Di seguito i principali risultati.

Le imprese

Nel 2015, il tasso di crescita delle imprese milanesi è del +2% (il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni è di 7.086 unità), contro una media lombarda del +0,2% e italiana dello 0,75%. E’ alto anche il tasso di crescita delle start up innovative, che a febbraio 2016 a Milano sono 779, il 15% del totale italiano e in crescita del +65,7% rispetto all’anno precedente.

Il sistema imprenditoriale milanese si irrobustisce anche grazie all’aumento del numero di società di capitale. Infatti il 40% delle neo costituite nel 2015 ha scelto questa forma giuridica. A Milano, le società di capitale sono 114.709, pari al 39,1% del totale, contro il 28,3% regionale e il 20,3% nazionale.

A livello di settori, a Milano, le aziende che erogano servizi crescono del +2,4% rispetto al 2014 e del +2% per il commercio. Si registra invece un calo delle imprese manifatturiere (-0,7%), seppur al suo interno vi siano dei settori in crescita, quali l’abbigliamento (+1,5%) e, sulla scia di Expo, l’alimentare (+3,3%) e le bevande (+5,6%).

Il mercato del lavoro

A Milano, nel 2015 l’occupazione cresce di 28 mila unità (+2,1%), raggiungendo 1,4 milioni di occupati, con un tasso di occupazione del 67,4%. Il lavoro dipendente cresce del +2,4% e aumentano inoltre tempo indeterminato (+1,7%) e determinato (+10,1%). L’occupazione cresce nell’industria (+4,6%) e nei servizi (+2,2%), mentre continuano a soffrire le costruzioni (-13,9%). Le previsioni sono positive e danno un ulteriore miglioramento dell’occupazione entro il 2018 pari al +1,2%.

Il tasso di disoccupazione milanese scende all’8% (-0,4%) ed entro il 2018 è prevista una ulteriore discesa al 6,6%. Resta critico il quadro dei giovani under 30, la cui disoccupazione è al 22%, (ben 8 punti percentuali in più rispetto al 2010) e dei NEET, pari circa 75.000, per la prima volta in leggera flessione (-0,4%).

Apertura internazionale

Nel 2015 il grado di apertura internazionale di Milano (misurata come rapporto tra impor/export e valore aggiunto), passa da 67,2% a 68,3%, grazie soprattutto alla buona performance delle importazioni (+6,7%). La nostra città si conferma quindi un’ottima piattaforma logistica per l’arrivo di merci destinate al mercato interno. L’export invece segna una flessione (-1,1%), pur valendo il 9% del totale italiano. Ma, se da un lato calano le esportazioni nei settori della meccanica e dei metalli, dall’altro vi è un andamento più che positivo per la farmaceutica (+27,2%), le apparecchiature per la telecomunicazione (+16,8%) e l’abbigliamento (+11,8%).

Dall’Europa arrivano i tre quarti delle importazioni, mentre per quanto riguarda l’export, il vecchio continente perde terreno a fronte di uno slancio dei flussi verso Stati Uniti (+15,2%) e Asia Orientale (+6%), soprattutto Cina (+8,4%) e Hong Kong (+28,1%).

Investimenti diretti esteri

Una multinazionale estera su tre, in Italia, ha sede sul territorio milanese, per un totale di 3.029 aziende con 288 mila dipendenti e quasi 169 milioni di euro di fatturato. Sono concentrate nei settori del commercio all’ingrosso (42%), negli altri servizi professionali (22,7%) e nel manifatturiero (17,3%). La loro provenienza è per lo più europea (63%), ma c’è una buona presenza anche nordamericana (25%).

Sono invece 4.826 le partecipate all’estero da milanesi, il 16% delle multinazionali italiane, con circa 273 mila dipendenti e un giro d’affari di 68,9 miliardi. I settori prevalenti sono il commercio all’ingrosso (37,3%) e l’industria manifatturiera (27,3%). Il 63% delle multinazionali milanesi è collocato in Europa, a seguire, in Asia Orientale (10,5%) e America Settentrionale (10,3%).

2015, l'anno di Expo

Il 2015 è stato l’anno di Expo. E’ stato un anno di cambiamenti che ha portato a Milano una eccezionale crescita degli eventi culturali e di spettacolo. Infatti, tra cinema, teatro, concerti, mostre si è passati dai 158,5 mila eventi del 2014 ai quasi 161 mila del 2015. I soli musei civici della città hanno avuto un aumento di oltre 200 mila visitatori e un maggiore incasso di quasi un milione di euro rispetto al 2014.

E’ in corso una mutazione genetica da città di lavoro a meta d’arte, cultura e svago, fenomeno dimostrato anche dai dati sulla presenza turistica che registra una netta progressione del numero di visitatori da 5,6 milioni nel 2010 a 7,3 milioni nel 2015. L’exploit di visitatori ha una forte componente straniera (+25% negli ultimi 5 anni) e i numeri lasciano pensare che Expo abbia dato la spinta a Milano per l’ingresso nel circuito delle grandi capitali europee.

Grazie al boom di visitatori l’occupazione alberghiera media è cresciuta di 6 punti (69,3% nel 2015 contro il 63,4% del 2014), cui si aggiungono le 400 mila persone che hanno soggiornato nelle case dei milanesi a fronte di 13 mila annunci di host pubblicati su Airbnb. Buona anche la spinta alla permanenza media del turista sul territorio. Infatti, l’opzione di soggiorno più apprezzata (73,1%) durante il semestre dell’esposizione, è stata la modalità week-end lungo (2-3 notti).

Il report completo è disponibile al seguente link: rapporto completo.

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