Osservatorio Turismo 2025
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L'attrattività turistica della Lombardia, del Quadrilatero di Assolombarda e di Milano nel post-pandemia
1. La Lombardia continua a distinguersi in Italia per attrattività turistica, con 18,6 milioni di visitatori e 11 miliardi di € di valore aggiunto dal settore ‘alloggio e ristorazione’
Anche nei numeri più aggiornati, la Lombardia detiene il primato nazionale per valore aggiunto nel settore alloggio e ristorazione (11 miliardi di € nel 2022), con l’Italia che, a sua volta, con 76,9 miliardi di € generati nel 2023, risalta nel confronto europeo collocandosi seconda tra i 27 Paesi membri, subito dopo la Spagna. Inoltre, la regione detiene il secondo posto in Italia (dopo il Veneto) per numero di arrivi turistici, pari a 18,6 milioni nel 2024 (il 13,3% del totale nazionale).
2. Il turismo lombardo è sempre più internazionale: 11,2 milioni di visitatori dall’estero, +18,3% sul 2019
In Lombardia circa sei turisti su dieci arrivano dall’estero, rapporto più alto della già elevata media nazionale (53,0% di visitatori stranieri). Nel 2024 la regione ha accolto 11,2 milioni di turisti internazionali, che con un aumento del 18,3% rispetto al 2019 hanno trainato l’espansione degli arrivi complessivi nel post-pandemia (+6,4%), mentre i visitatori da altre parti d’Italia sono ancora sotto i livelli pre-Covid (-7,6%). Anche nel confronto recente, tra 2023 e 2024 i turisti dall’estero in Lombardia sono aumentati dell'11,6%, mentre quelli domestici sono risultati sostanzialmente stabili (+0,3%).
3. Gli arrivi turistici dall’estero in Lombardia sono guidati da Europa (67,8% degli internazionali) e Nord America (10,8%), con Asia ancora in fase di recupero (-17,1% sul 2019)
Nel 2024 il 67,8% dei turisti stranieri in Lombardia proviene dall'Europa, il 10,8% dal Nord-America, il 10,1% dall'Asia, quest'ultima con un'incidenza ancora a doppia cifra nonostante un divario nel numero di visitatori del 17,1% rispetto al pre-Covid. Questo gap è, tuttavia, più che compensato da incrementi negli arrivi da altre aree geografiche (+34,3% Centro e Sud America, +47,7% Medio Oriente, +34,8% Oceania, +25,6% Africa). Guardando alla classifica dei primi 10 Paesi di provenienza, il podio è occupato da Germania (1,6 milioni di turisti), Stati Uniti (1,0 milione) e Francia (772,4 mila), seguiti da Regno Unito (640,6 mila) e Svizzera (611,3 mila). Nella seconda metà della top10 ci sono Spagna (422,2 mila), Polonia (409,2 mila), che con un raddoppio è scalata alla settima posizione dall'undicesima nel 2019, e Cina (394 mila), all’ottavo posto dal quarto di cinque anni prima a causa di flussi ancora sotto tono. Infine, chiudono la classifica Paesi Bassi (391,9 mila) e Belgio (248,2 mila).
4. La Lombardia si conferma la prima regione italiana per spesa turistica internazionale, quasi 10 miliardi di € nel 2024, con una distribuzione sull’anno più equilibrata rispetto alla media nazionale
Nel 2024 i turisti stranieri hanno speso in Lombardia quasi 10 miliardi di €, la somma più alta nel confronto regionale e pari al 18,4% del totale nazionale. Rispetto al pre-Covid, la crescita è stata del 36,2%, superiore all’incremento nazionale (+22,4%). A differenza della media italiana, caratterizzata da una più marcata stagionalità della spesa turistica internazionale, con picchi in primavera-estate ed evidenti cali in autunno-inverno, la Lombardia si distingue per una distribuzione più equilibrata durante tutto l'anno.
5. Il quadrilatero di Milano-Monza Brianza-Pavia-Lodi concentra 9,1 milioni di visitatori, la metà del turismo in Lombardia. Superano i livelli pre-Covid Pavia (+10,2%) e Milano (+2,6%), ancora distanti Monza e Brianza (-13,6%) e Lodi (-51,6%)
Nel 2024 il quadrilatero ha registrato 9,1 milioni di visitatori, pari al 48,7% del totale lombardo e al 6,5% di quello nazionale, registrando un incremento del 7,4% sull’anno precedente. I visitatori sono così distribuiti: 8,2 milioni a Milano, 531,4 mila a Monza e Brianza, 257,4 mila a Pavia, 68,8 mila a Lodi. La propensione turistica del quadrilatero si riscontra anche nei numeri riferiti alle principali attività di alloggio e ristorazione: 25,4 mila unità locali (46,9% del totale lombardo) che impiegano 129,4 mila addetti (49,8%). Nel dettaglio, a Milano ci sono 18,4 mila unità locali e 100,7 mila addetti, a Monza e Brianza 3,4 mila e 15,6 mila, a Pavia 2,6 mila e 9,7 mila, a Lodi 961 e 3,5 mila. I territori si differenziano sia per composizione degli arrivi sia per dinamiche. Diversamente da Milano, dove due terzi dei turisti sono internazionali, a Monza e Brianza, Lodi e Pavia circa il 70% dei visitatori arriva da altre regioni italiane. Gli andamenti seguono rotte e intensità differenti sia nel breve termine sia rispetto al pre-Covid. Nel 2024 si registra un incremento annuo di arrivi a Milano (+8,3%) e a Pavia (+3,3%), un lieve calo a Lodi (-0,7%) e una flessione a Monza e Brianza (-2,4%). Nel 2024 rispetto al 2019, la crescita più sostenuta è di Pavia (+10,2%), seguita da Milano (+2,6%), mentre sono ancora su livelli inferiori Monza e Brianza (-13,6%) e soprattutto Lodi (-51,6%).
6. Milano è attesa registrare tra gli 8,7 e gli 8,8 milioni di arrivi nel 2025, un nuovo record storico per la Città metropolitana
Nel 2024 Milano ha registrato 8,2 milioni di visitatori secondo i dati ufficiali Istat, posizionandosi quarta tra le province italiane dopo Roma, Venezia e Bolzano. Il capoluogo lombardo mostra una performance distintiva nel breve periodo, con una crescita dell'8,3% sul 2023, e un profilo più moderato nel confronto con il pre-Covid, con un incremento del 2,6% sul 2019. Per l’anno in corso, la Questura di Milano rileva tra gennaio e ottobre il 6,6% di arrivi in più rispetto allo stesso periodo 2024, dati sulla base dei quali si stima che l’intero 2025 possa arrivare a contare tra gli 8,7 e gli 8,8 milioni di visitatori, toccando così un record storico di attrattività turistica per la città metropolitana.
7. Milano si distingue per un turismo internazionale più diversificato rispetto al panorama regionale: più asiatici (14,7% della componente estera), americani (12,7%) e mediorientali (5,0%)
Nel 2024 il 64,8% dei visitatori di Milano proviene dall'estero, con una crescita del 13,7% nell'ultimo anno e di un complessivo +17,1% rispetto al pre-Covid. Sebbene la suddivisione geografica degli arrivi non differisca in maniera sostanziale da quella lombarda, condividendo la prevalenza di europei (il 57,5%), Milano presenta una maggiore diversificazione dei flussi internazionali, con incidenze più elevate di turisti asiatici (14,7% del totale estero), nordamericani (12,7%), centro-sud americani (6,0%) e mediorientali (5,0%). Guardando alla classifica dei Paesi di provenienza, guidano Stati Uniti (557,6 mila arrivi), Francia (372,3 mila) e Germania (341,3 mila), seguiti da Regno Unito (308,6 mila) e Cina (269,9 mila), che arretra rispetto al pre-Covid (era prima nel 2019). La seconda metà della top10 è occupata da Spagna (265,3 mila), Svizzera (230,9 mila) e tre new entry: Brasile (162,1 mila), Turchia (127,3 mila) e Polonia (126,8 mila).
8. Milano attrae sempre più internazionali, ma gli arrivi da altre regioni italiane sono ancora il 16,5% in meno rispetto al 2019
Alla maggiore attrattività di Milano per il turismo internazionale si affianca un andamento della componente domestica ancora sotto tono rispetto al pre-pandemia. Nel 2024 gli arrivi da altre regioni italiane nel capoluogo lombardo rappresentano il 35,3% del totale, incidenza in calo dal 43,2% del 2019. In termini di dinamiche, lo scorso anno il numero di turisti ‘nazionali’ sono lievemente diminuiti (-0,5%) rispetto al 2023 e sono ancora il 16,5% in meno in confronto al 2019.
9. Gli aeroporti milanesi raggiungono nuovi livelli massimi di passeggeri: 56,8 milioni nel 2024, di cui il 75,5% da rotte internazionali
Nel 2024 dagli scali di Milano Malpensa, Linate e Bergamo sono passati 56,8 milioni di passeggeri, pari al 26,0% del traffico nazionale e raggiungendo un record storico grazie a una crescita annua del 10,6% (totale +15,5% sul 2019). Il 75,5% proviene da rotte internazionali, che hanno visto un aumento del 13,9% sul 2023 (per un complessivo +17,6% sul pre-Covid), mentre più contenuto è stato l’incremento annuo di passeggeri provenienti da altri aeroporti italiani, pari al +1,5% (+9,4% sul 2019). Più di recente, tra gennaio e settembre 2025 gli arrivi negli scali milanesi raggiungono quota 45 milioni, +4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: anche in questo caso, il supporto alla crescita arriva dalla componente internazionale (+7,6% sul 2024), mentre la parte domestica è sotto i livelli dello scorso anno (-5,7%).
10. L'offerta ricettiva milanese è la quinta più ampia d’Italia: 11,2 mila esercizi, con deciso aumento delle strutture extra-alberghiere e, tra gli alberghi, 4 su 10 rientrano nel segmento upper scale
Al 2024 Milano conta 11,2 mila esercizi ricettivi con 138,7 mila posti letto, posizionandosi quinta tra le province italiane. Nella città metropolitana si collocano 689 strutture alberghiere e 10,5 mila extra-alberghiere, prevalentemente alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale (quasi 10 mila unità). Rispetto al 2019, il numero di esercizi ricettivi è più che triplicato (+260,8%), trainato dalle attività extra-alberghiere (+331,8%), mentre gli alberghi registrano un incremento del 3,1%. In riferimento a questi ultimi, rispetto al pre-Covid è salito a 278 il numero di attività che ricadono nella fascia alta, è rimasta circa stabile a 253 la fascia media ed è scesa a quota 158 la fascia bassa. Nel complesso, gli alberghi milanesi contano 44 mila camere e 84,2 mila posti letto (il 41-42% dei totali regionali), di cui circa il 65-68% nel segmento upper scale, e hanno una dimensione media di 122 posti letto per struttura.
11. I visitatori di Milano privilegiano strutture alberghiere di fascia alta, scelta dal 73,5% di chi alloggia in hotel, e affitti brevi, che concentrano quasi l’80% della domanda per le strutture extra-alberghiere
Milano ha sperimentato una redistribuzione delle scelte di alloggio dei turisti rispetto al pre-Covid: nel 2024 quasi 8 visitatori su 10 hanno optato per una struttura alberghiera, valore rilevante ma in calo dal pre-pandemia (era l’89,4% nel 2019), mentre è cresciuta la quota di chi ha preferito soluzioni extra-alberghiere (21,1% dal 10,6% nel 2019). Tra gli ospiti degli hotel, il 73,5% sceglie strutture upper scale, incidenza ben più elevata della media regionale (64,9%) e nazionale (54,4%) che conferma la presenza di un turismo alto-spendente. A prediligere le strutture extra-alberghiere sono soprattutto i turisti stranieri (prenotate dal 24,0% dei visitatori internazionali a fronte del 15,8% tra gli italiani) e quasi l’80% della domanda per questo tipo di alloggi si concentra negli affitti brevi.
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