Economia resiliente ma redditività in calo. La sfida del futuro è demografica: attesi 10.000 occupati in meno entro il 2050 Comunicato stampa

Economia resiliente ma redditività in calo. La sfida del futuro è demografica: attesi 10.000 occupati in meno entro il 2050

TOP300 LODI

Lodi, 10 dicembre 2025 - Fatturati in lieve crescita nel 2024, ma si indebolisce la redditività e cala la quota di imprese in utile. Nel complesso, ancora buona crescita per l'economia lodigiana, con una manifattura che si è mantenuta forte sia per produzione sia per dinamica sui mercati internazionali. Rallentamento atteso per il 2025, all'interno di un contesto mondiale di domanda fiacca, e ripartenza nel 2026.

L’analisi delle 300 imprese Top di Lodi, che insieme hanno raggiunto i 13,6 miliardi di euro di fatturato nel 2024, evidenzia da un lato un lieve incremento del giro d’affari generato (+0,6% rispetto al 2023) e dall’altro una contrazione rilevante della redditività complessiva: il risultato d’esercizio totale scende a 437 milioni di euro con una flessione pari al -30,5%. Sebbene questa diminuzione sia in parte legata alle dinamiche di alcune grandi realtà, il report segnala un indebolimento generalizzato delle performance economico-finanziarie. La quota di aziende in utile scende, infatti, all'86,7%, il valore minimo registrato dal 2017 (escluso l'anno pandemico 2020), e il ROE mediano si contrae, passando dal 13,1% al 11,5% nel 2024.

L'economia della provincia di Lodi, in una prospettiva più ampia, nel 2024 ha dimostrato una resistenza, superiore alla performance regionale e nazionale. Il PIL lodigiano è cresciuto dell'1,5% (contro il +1,0% della Lombardia), trainato dalla specializzazione industriale in settori anticiclici, come il chimico-farmaceutico e l'alimentare. La produzione manifatturiera locale è avanzata del +2,9%. Nonostante l'attività manifatturiera abbia mantenuto un trend ascendente nel corso del 2025 (+6,4% complessivo nei primi tre trimestri), si registrano segnali di rallentamento sul fronte estero, con le esportazioni totali in calo del -7,8% nella prima metà dell’anno (appesantite dalla netta decelerazione dell’elettronica che ha un peso rilevante sull’export locale).

Così, a causa del contesto globale di tensioni geopolitiche e dell'incertezza sulla domanda globale, il PIL di Lodi è atteso decelerare al +0,4% nel 2025. Nonostante ciò, il sentiment delle imprese che emerge dalla survey, rimane ottimista: il 57% delle associate ad Assolombarda prevede un aumento del fatturato per il 2025 e guarda con fiducia al 2026. L'ostacolo principale a questo slancio si conferma la difficoltà di reperimento di personale qualificato, confermato da quasi un’azienda su due (48%).

Sono queste le principali evidenze dell’edizione 2025 di TOP 300 Lodi, il progetto di ricerca e di analisi economico-finanziaria delle 300 maggiori imprese per fatturato, realizzato dal Centro Studi di Assolombarda, in collaborazione con PwC Italia e con il sostegno di Banco BPM.

“Lodi, insieme a Milano, Monza e Brianza e Pavia, forma un quadrilatero economico da 304 miliardi di euro, pari al 13,6% del PIL italiano – ha dichiarato Alvise Biffi, Presidente di Assolombarda -.  Di fronte ai segnali di rallentamento evidenziati dal nostro Centro studi, è indispensabile rafforzare la competitività delle imprese puntando su innovazione e qualità: sono queste le leve che rendono il Made in Italy strategico e difficilmente sostituibile. In questa direzione, dobbiamo permettere anche alle realtà più piccole di accedere alla nuova rivoluzione industriale, in particolare all’intelligenza artificiale, oggi determinante per la produttività. Ma senza competenze adeguate non c’è innovazione: nel lodigiano il mismatch riguarda circa metà dei profili ricercati dalle aziende, soprattutto figure tecniche e digitali avanzate. Per questo Assolombarda sta portando avanti il progetto “AI 100%”, che mette in rete scuole, università, ITS Academy e imprese per sviluppare le competenze necessarie a un’adozione efficace dell’IA. Il capitale umano è, infatti, la condizione essenziale per rendere davvero efficace la trasformazione digitale”.


Il quadro economico

L'economia di Lodi: performance robusta nel 2024 trainata dall'industria e dall'export, attesa una moderata decelerazione nel 2025

Nonostante un contesto globale di crescita moderata, nel 2024 la provincia di Lodi ha registrato un'espansione economica sostenuta, con un PIL in crescita dell'1,5%, superando la media regionale lombarda (+1,0%). Questa performance è stata spinta dalla specializzazione industriale in settori anticiclici come il chimico-farmaceutico e l'alimentare, che hanno garantito una maggiore resistenza rispetto al quadro regionale. La produzione manifatturiera lodigiana è infatti aumentata del 2,9%, in controtendenza rispetto alla contrazione lombarda.

Il dato più significativo del 2024 riguarda la dinamicità sui mercati esteri: il valore delle esportazioni è balzato del +26,4% in un anno, raggiungendo i 7,2 miliardi di euro, un incremento nettamente superiore al +0,7% della Lombardia. Il traino è arrivato in particolare dall'elettronica, ma anche meccanica, farmaceutica e alimentare hanno dato contributi robusti. L'analisi sottolinea come le imprese lodigiane siano meno esposte ai fattori di vulnerabilità tipici del contesto regionale e nazionale, grazie a una ridotta dipendenza dalla Germania e dagli Stati Uniti, mercati verso cui è diretto, complessivamente, soltanto il 5% dell’export della provincia.  L’impatto potenziale dell’innalzamento dei dazi sull’export lodigiano sarebbe di 10,4 milioni di euro in meno di vendite verso gli USA, pari a un calo molto marginale (-0,2%) delle esportazioni complessive. La perdita rimarrebbe su livelli molto contenuti (-0,4%) anche in un orizzonte di 7-10 anni.

Nel corso dei primi nove mesi del 2025, l'attività manifatturiera ha mantenuto una traiettoria ascendente, crescendo complessivamente del 6,4%. Tuttavia, il fronte dell'export ha iniziato a mostrare segnali di rallentamento, con un calo complessivo del 7,8% dovuto in gran parte alla performance negativa dell'elettronica. In questo quadro, e considerando le persistenti tensioni geopolitiche e l'incertezza sulla domanda globale, la stima per il 2025 prevede una moderata decelerazione del PIL lodigiano, atteso crescere dello +0,4%. Parallelamente, il mercato del lavoro, che nel 2024 ha visto scendere il tasso di disoccupazione al minimo storico del 2,5%, è atteso in lieve calo per quanto riguarda l'occupazione.

“A causa delle incertezze globali e del rallentamento del commercio internazionale, che è vitale per le nostre imprese - ha sottolineato Fulvio Pandini, Presidente della Sede di Lodi di Assolombarda- l'economia lodigiana nel 2025 è attesa ridurre il ritmo della crescita dopo anni di forte espansione. Le nostre imprese industriali nei primi nove mesi hanno continuato ad andare forte, crescendo del 6,4% in termini di produzione, ma sui mercati esteri le esportazioni sono in frenata. Occorre, quindi, continuare a puntare su innovazione e produttività, implementando processi produttivi all'avanguardia; ed è impossibile senza le competenze adeguate a sostenerli. È cruciale sviluppare strumenti per promuovere un ecosistema che rafforzi le sinergie tra imprese di diverse vocazioni, Università, start-up e centri di ricerca. L'obiettivo è sfruttare al meglio le nuove tecnologie e competenze per aumentare la competitività del territorio e la sua capacità di guardare ai mercati esteri e di attrarre investimenti.”


Prospettive e rischi- le evidenze della survey

Le imprese lodigiane mantengono l'ottimismo per il 2025 e guardano al 2026 con fiducia, ma il nodo del personale qualificato resta la criticità principale

Nonostante lo scenario macroeconomico suggerisca un rallentamento della crescita per l'economia di Lodi nel 2025, il sentiment delle imprese associate ad Assolombarda (industria e servizi innovativi) si dimostra più ottimistico. Il 57% delle imprese prevede un aumento del fatturato per il 2025 rispetto all'anno precedente, con un'attesa di crescita dell'EBIT per il 51% dei rispondenti. Le prospettive migliorano ulteriormente per il 2026, anno per il quale le previsioni del Centro Studi di Assolombarda stimano un'accelerazione del PIL provinciale all'1,0% e rimane elevata (al 57%) la percentuale di imprese che si attende una crescita del fatturato, si ampliano le prospettive di stabilità (29%) e si riduce sensibilmente la quota che si attende un calo (14%).

Tra gli ostacoli principali che le imprese lodigiane si trovano ad affrontare, spicca con chiarezza la difficoltà nel reperimento di figure professionali adeguate. Quasi un'azienda su due (il 48%) considera questo problema un rischio 'alto' per la propria attività, una criticità strutturale evidenziata anche dall'indagine Excelsior che ha rilevato difficoltà di reperimento per il 49% dei candidati ricercati nel 2024. Altri fattori di preoccupazione per il 2025, legati al contesto globale, includono l'insufficienza di domanda (rischio 'alto' per il 36% delle imprese) e il costo dell'energia (24%).

Le imprese lodigiane guardano al 2026 con fiducia, supportate da prospettive economiche in miglioramento. La capacità di sostenere questo slancio dipenderà tuttavia dalla gestione di rischi strutturali, dove la disponibilità di profili professionali in linea con le esigenze aziendali si conferma la criticità numero uno, indicata come rischio alto da metà delle imprese.

«Il quadro tracciato dall'indagine del centro studi Assolombarda evidenzia un contesto imprenditoriale lodigiano vivace, con aziende in grado di muoversi efficacemente anche nell'incerto quadro geo-economico e che troviamo coerente con il nostro punto di vista di banca del territorio -  commenta Antonio Luca Sallustio, responsabile della Direzione Territoriale Lodi Lombardia Sud e Liguria di Banco BPM - Oggi, una questione cruciale per la competitività delle imprese è quella di trovare e trattenere al proprio interno professionalità e talenti. Banco Bpm ha attivato strategie specifiche per coinvolgere e valorizzare i giovani colleghi, offrendo loro credibili prospettive di crescita. Tuttavia – conclude Sallustio – al di là delle iniziative settoriali, siamo di fronte a un fenomeno innescato da fattori sociodemografici articolati che è necessario affrontare nella loro integralità a livello politico-economico complessivo».


La classifica Top300

Nel 2024, le "TOP 300" aziende per ricavi della provincia di Lodi hanno generato un fatturato complessivo di 13,6 miliardi di euro, registrando una crescita aggregata lieve del +0,6% rispetto all'anno precedente Tuttavia, nel confronto con il 2023, il reddito d'esercizio totale delle 300 aziende (pari a 437 milioni di euro in somma algebrica) ha subito una significativa contrazione del -30,5% che, seppur influenzata dall’andamento di alcune grandi realtà, si inserisce in un contesto di indebolimento generalizzato delle performance economico-finanziarie.

La quota di aziende in utile è scesa all'86,7%, il valore più basso registrato dal 2017 (escluso il 2020), e il ROE mediano si è contratto, passando dal 13,1% del 2023 all'11,5% nel 2024. Il rapporto tra EBIT e fatturato è rimasto stabile al 6,0%.

La classifica è composta da realtà che spaziano da ricavi minimi di 4,1 milioni fino a 1,2 miliardi di euro e coprono tutti i settori economici (industria, servizi, commercio, agricoltura). In termini dimensionali, le piccole imprese (fino a 10 milioni di euro) costituiscono il 46,0% del campione, le medie il 37,7% e le grandi (oltre 50 milioni) il 16,3%. Rispetto alle dimensioni, le maggiori imprese della provincia si distribuiscono tra piccole realtà (fino ai 10 milioni di euro di fatturato) che pesano in numero il 46,0% del totale, medie aziende (dai 10 ai 50 milioni) che rappresentano il 37,7% e grandi aziende (oltre i 50 milioni) che incidono per il 16,3% sul totale.

Infine, confrontando la classifica di quest’anno con quella della scorsa edizione, si osservano alcuni movimenti interni. Sono 28 le aziende uscite dalla classifica per svariate ragioni (perché sotto la soglia minima di ricavi, acquisite, liquidate, trasferite fuori provincia, …). Le restanti 272 confermano, invece, la loro presenza: 134 salgono, 119 scendono e 19 rimangono stabili.


La top 10 dei fatturati

Sono due le aziende lodigiane che superano il miliardo di fatturato Zucchetti (Lodi), con oltre 1,2 miliardi di euro* e Sasol Italy S.p.A. (Terranova dei Passerini), con ricavi per 1,1 miliardi di euro. Completano la top ten: in terza posizione Sodalis S.r.l. (Lodi Vecchio), quarta Sipcam Oxon S.p.A. (Lodi), quinta Itelyum Group S.r.l. (Pieve Fissiraga), sesta Prysmian cavi e sistemi Italia S.r.l. (Merlino), settima Gruppo Di Martino (Guardamiglio), ottava MTA S.p.A. (Codogno), nona Aperam stainless services & solutions Italy S.r.l. (Massalengo) e decima Ibsa Farmaceutici Italia S.r.l. (Lodi).

Di queste prime dieci aziende della TOP300, soltanto 2, Zucchetti e Gruppo Di Martino, operano nel settore dei servizi, mentre le altre 8 sono realtà industriali, di cui 4 appartenenti al settore chimico.


Le top 50 concentrano tre quarti del fatturato complessivo

Le prime 50 imprese rappresentano da sole ben il 75,8% del fatturato dell’intera classifica. Di queste realtà, 37 imprese appartengono all’industria, in particolare al chimico (11) e all’alimentare (10), non a caso entrambi settori di forte specializzazione del territorio.


La classifica dei primi 5 Comuni per fatturato

La classifica è ben distribuita sul territorio provinciale, con ben 51 comuni sui totali 60 che presentano almeno un’azienda in classifica. Circa un terzo delle 300 aziende hanno sede in soli due comuni, 59 a Lodi e 38 a Codogno. In termini economici, il comune di Lodi somma 3,7 miliardi di euro di fatturato, il 27,5% del totale della TOP300, seguito a distanza dai comuni di Terranova dei Passerini con 1,1 miliardi (8,3%), Lodi Vecchio con 1,1 miliardi (7,9%), Codogno con 963 milioni (7,1%) e Pieve Fissiraga con 832 milioni (6,1%). Questi 5 comuni rappresentano, così, il 57% dei ricavi della provincia: 7,7 miliardi di euro sui 13,6 totali. Chiaramente, sulle somme su base comunale incidono, talvolta, poche realtà particolarmente grandi.

Classifica primi 5 comuni

 

Comune

Posizione
per fatturato

Fatturato (€)

Aziende (n.)

Lodi

1

3.750.378.918

59

Terranova dei Passerini

2

1.125.755.704

4

Lodi Vecchio

3

1.074.768.704

11

Codogno

4

962.793.996

38

Pieve Fissiraga

5

831.640.656

7

Top 300

13.638.482.428

300

 

La redditività misurata dall’EBIT 

Le 50 principali società per margini vantano un EBIT in rapporto al fatturato maggiore del 14%. Nella top five, si trovano Tai Milano S.p.A. (con una incidenza del 51,50%), seguita da Quattordici S.r.l. (49,38%), Rebucart S.r.l. (47,50%), Centro sperimentale del latte S.r.l. (33,11%) e Azeta S.r.l. (32,43%). I risultati sono indipendenti dal giro di affari, tra le 50 migliori per EBIT ritroviamo la penultima in classifica Alfa Milk S.r.l. con 4,2 milioni di ricavi) e la prima (Zucchetti con 1,2 miliardi di euro)In termini di redditività del capitale proprio, la quasi totalità delle top 50 per EBIT vantano un ROE (Return On Equity) a doppia cifra.

 

“Uno dei temi più importanti nell’agenda del territorio lodigiano è il tema demografico. Si stima, infatti, che nei prossimi decenni la crescita sarà trainata soprattutto dagli over 65 - ha affermato Massimiliano Pizzardi Partner PwC Italia-. In questo contesto le imprese dovranno cercare di cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione digitale ed essere in grado di trattenere i giovani talenti del territorio e integrarli nei processi decisionali per trasformare il rischio in vantaggio competitivo. La valorizzazione delle competenze è un elemento imprescindibile per trasformare le opportunità offerte dalla tecnologia in risultati concreti. Questo può consentire in modo più agevole, e sempre di più, di attrarre le nuove generazioni investendo in automazione documentale, controllo qualità, pianificazione della domanda e ottimizzazione energetica. Una strategia che vede i giovani al centro e può contribuire in modo importante rendere il territorio Lodigiano protagonista di una evoluzione positiva basata sul concetto di innovazione.” 


Focus: i Giovani

Le dinamiche demografiche globali, caratterizzate dall'invecchiamento della popolazione e dalla riduzione della forza lavoro giovane, stanno profondamente trasformando il mercato del lavoro, e la provincia di Lodi, pur essendo tra le più "giovani" della Lombardia con un'età media di 45,9 anni, si trova ad affrontare queste stesse sfide cruciali. Al 1° gennaio 2025, Lodi conta 230.447 abitanti e le previsioni indicano una crescita della popolazione del +3,3% entro il 2050, raggiungendo circa 238 mila abitanti e ponendosi in controtendenza rispetto al calo atteso a livello nazionale. Tuttavia, l'analisi per fasce d'età rivela una trasformazione strutturale significativa: la crescita futura sarà interamente guidata dall'aumento degli over 65, che passeranno da 53 mila a quasi 76 mila persone, mentre si prevedono cali nelle fasce cruciali per la popolazione attiva. I cittadini tra i 15 e i 34 anni diminuiranno di 5,5 mila unità e la fascia 45-54 anni perderà 12,5 mila residenti. Queste riduzioni non saranno bilanciate dalla lieve espansione della fascia 35-45 anni (+2,9 mila). Questa evoluzione demografica avrà un impatto diretto e quantificabile sul tessuto produttivo lodigiano: mantenendo l'attuale tasso di occupazione (65,8%), l'effetto puramente demografico porterebbe registrare 10 mila occupati in meno entro il 2050, pari a un calo del 10% della forza lavoro attuale. La base giovanile che alimenta la popolazione attiva si sta assottigliando, intensificando così la competizione tra le imprese per attrarre i pochi giovani talenti disponibili. Per compensare il saldo naturale negativo (più decessi che nascite), la dinamica migratoria assume un'importanza vitale, essendosi confermata positiva per circa 1,7 mila persone nel 2024. Un'ulteriore sfida è la perdita di competenze legata alla mobilità internazionale dei giovani: i lodigiani che hanno trasferito la residenza all'estero sono aumentati del 51% dal 2019, e il 25,3% di essi ha un'età compresa tra 18 e 34 anni. In questo contesto di profonda trasformazione, le aziende devono urgentemente integrare la variabile demografica nelle loro strategie, rendendo indispensabile investire nella formazione continua per riqualificare la forza lavoro esistente e potenziare la capacità del territorio di attrarre persone dall'esterno. Solo le imprese e i sistemi territoriali che sapranno potenziare i propri fattori di attrattività e gestire questi rischi strutturali potranno trasformare la sfida demografica in un vantaggio competitivo duraturo. 

*
Dati non confrontabili con l'edizione 2024 per modifica del perimetro di consolidamento. Per i dati del gruppo Zucchetti si fa ora riferimento alla società denominata Z Holding S.p.A.

 

 

 

 

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