Le sfide della politica economica
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Scenari economici Confindustria n. 21 - Settembre 2014
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In sintesi
Alla ripresa autunnale lo scenario si presenta a due facce.
Quella rassicurate di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee. E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell'Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni più selettive del credito bancario.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
L'economia a più velocità si sta dimostrando anche con ritmi di espansione più bassi.
Su questo sfondo i dati e i segnali arrivati nel corso dell'estate dagli scambi di merci e da Stati Uniti, Giappone, Cina e India hanno rincuorato circa le previsioni di miglioramento e graduale accelerazione. Ma hanno anche ribadito le difficoltà di Brasile e Russia, con quest'ultima in sofferenza già prima dello scontro con l'Ucraina.
La ripresa moderata e disuguale in Eurolandia ha registrato, invece, un inatteso (ma non sorprendente) stop che non sarà superato rapidamente. In agosto gli indicatori di fiducia e i PMI hanno segnato una mancata caduta che è poco rassicurante per l'ultima parte dell'anno.
In Italia più che di ritorno in recessione (affermazione che sul piano statistico è ineccepibile) si dovrebbe parlare del suo proseguimento, sebbene meno intenso rispetto a quanto accaduto da fine 2011 a metà 2013.
Le tesserine congiunturali compongono un mosaico non uniforme. Ci sono alcune parti del sistema italiano che si sono stabilizzate (la più importante: l'occupazione), altre che si muovono in lento recupero e altre ancora che continuano ad arretrare.
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