L’impatto occupazionale delle startup innovative italiane - 2025

Aumentano i posti di lavoro creati, più di 68 mila tra 2012 e 2024, ma la crescita rallenta. 21,4 mila gli occupati nel territorio di Milano, Lodi, Monza Brianza e Pavia.

Le imprese innovative e l’ecosistema dei soci a livello italiano

La prima sezione aggiorna la mappatura delle imprese innovative e dell’ecosistema dei soci. A oggi, risultano attive 24.261 startup attualmente iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese o che vi hanno transitato dal 2012: queste si suddividono quasi equamente tra startup attuali ed ex-startup. Si osserva un rallentamento nella crescita del numero di imprese attive, con un saldo annuo ancora positivo nel 2024 (+4%), ma quasi nullo, sebbene su dati parziali, nel 2025 (+1%, per circa 300 imprese in più nella prima metà dell’anno). Questa dinamica è il risultato del calo nelle nuove iscrizioni tra le startup innovative, ma anche di una maggior mortalità.

Il numero di soci distinti coinvolti nelle startup ed ex-startup attive nel 2024 sale a 104.687, con una prevalenza di persone fisiche e famiglie (88,8 mila), seguite dalle aziende, mentre le corporate di medie e grandi dimensioni restano una minoranza. Le startup con investimenti aziendali sono 9.089, suddivise tra partecipazioni di minoranza e di maggioranza, ma solo 649 sono partecipate da corporate medio-grandi, un dato per di più in leggero calo rispetto all’anno precedente. Si registra invece una crescita delle startup che ricevono investimenti da fondi di private equity, venture capital e incubatori, che arrivano a quota 993.

L’impatto occupazionale e il valore economico a livello italiano

Venendo all’impatto occupazionale delle startup, al 2024 queste imprese hanno creato complessivamente 68.526 posti di lavoro in tutta Italia, in aumento rispetto ai 65.897 del 2023. L’incremento è guidato dalle startup ancora iscritte al registro, mentre le ex-startup mostrano una lieve flessione. Oltre la metà degli occupati lavora in servizi e manifattura high-tech, rappresentando il 4% della forza lavoro italiana in questi settori considerati fondamentali per innovazione e produttività.

La crescita dei dipendenti, tuttavia, subisce un rallentamento. Dal 2018 al 2022 l’incremento degli occupati si era mantenuto tra il 20% e il 30% annuo, mentre negli ultimi anni si nota un indebolimento, con un aumento del 13% nel 2023 e solo del 4% nel 2024.

L’80% delle startup ed ex-startup ha comunque mantenuto stabile o incrementato il numero di dipendenti. Inoltre, l’incremento occupazionale resta superiore per le startup rispetto alle nuove imprese non innovative. Analizzando le coorti di startup nate tra il 2018 e il 2019, si rileva un aumento dei dipendenti rispettivamente del 229% e del 209% nei primi cinque anni di vita, un dato nettamente superiore a quello del totale delle nuove imprese secondo Istat (+113% nel 2018).

Gli oltre 68 mila dipendenti si rivelano particolarmente concentrati in un gruppo ristretto di startup. Il 92,4% delle imprese innovative è infatti micro, con meno di 10 addetti (nessuno per il 56,7%), mentre le piccole e medio-grandi (sopra i 10 addetti), pur essendo solo il 7,6% del totale, generano il 67,3% dell’occupazione totale.

Dal punto di vista dei risultati economici, il fatturato totale stimato per il 2024 è di 14,5 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 13,4 miliardi del 2023, mentre il valore aggiunto raggiunge i 3,7 miliardi di euro (3,3 nel 2023). La produttività, misurata come valore aggiunto per dipendente, sale a quasi 53 mila euro, con un incremento del 47% rispetto al 2019.

A queste performance hanno contribuito anche 13 nuove “Gazzelle”, ovvero imprese con aumenti di fatturato o dipendenti superiori al 20% per tre anni consecutivi nei primi cinque anni di vita. In totale, nel nostro Paese ci sono 75 “Gazzelle” ancora attive tra le startup ed ex-startup, che al 2024 hanno creato 4.872 posti di lavoro, con una dimensione media di 74 dipendenti, e che vantano anche importanti risultati economici, con un fatturato medio di 11,6 milioni di euro e un valore aggiunto medio di 5,1 milioni di euro.

Le startup cessate e acquisite

Nel 2024, 1.440 startup ed ex-startup hanno cessato l’attività o sono entrate in liquidazione o bancarotta (escludendo quelle “uscite” per acquisizione o fusione), con una perdita limitata di 674 posti di lavoro. Solo il 4% di queste imprese, infatti, era riuscito a superare i 10 dipendenti, con un fatturato medio su tutto il campione mai sopra i 250 mila euro. Il tasso di mortalità raggiunge così il 6,0%, il valore più alto mai registrato, in lieve aumento rispetto al 5,9% del 2023.

Le acquisizioni sono state invece 116 nel 2024, nuovo picco storico, e hanno coinvolto imprese ben diverse dalle 1.440 cessate per altre ragioni. Per esempio, il fatturato medio nell’anno precedente l’acquisizione era di 1,7 milioni di euro, e il 28% delle startup oggetto di M&A aveva oltrepassato la soglia di 10 dipendenti. Questi dati confermano come le acquisizioni premino le imprese più performanti e innovative.

I numeri della Lombardia e dei territori del “Quadrilatero” di Assolombarda

La Lombardia si conferma il principale polo dell’innovazione in Italia, con il 27% delle startup attive, il 37% degli occupati, il 41% del fatturato e il 40% del valore aggiunto nazionali. In questo quadro, gioca un ruolo fondamentale il “Quadrilatero” di Assolombarda (Milano, Lodi, Monza-Brianza, Pavia), che ospita il 21% delle startup attive, il 31% degli occupati, il 36% del fatturato e il 35% del valore aggiunto italiani. Inoltre, la produttività delle startup in questo territorio è nettamente superiore alla media nazionale, con 61,3 mila euro di valore aggiunto per dipendente contro 51,6 mila euro nel resto d’Italia.

Dopo anni in cui il numero di startup ed ex-startup è aumentato maggiormente nel “Quadrilatero” rispetto al resto del Paese, i due tassi di crescita si sono allineati (al ribasso) tra 2024 e 2025. Questo è stato dovuto a una mortalità nel “Quadrilatero” leggermente superiore alla media nazionale, ma anche la percentuale di “exit” per acquisizione è più elevata, con il 32% del totale italiano. I dati identificano dunque un territorio competitivo, che spinge verso una maggiore “selezione naturale” delle startup e premia quelle più produttive, come dimostrato anche dal numero di “Gazzelle”: delle 75 attive in tutta Italia, ben 38 hanno sede nel “Quadrilatero”.

Nel complesso, il rapporto conferma il ruolo centrale delle startup innovative nella creazione di occupazione qualificata e valore economico, pur evidenziando un rallentamento nella crescita. In questo quadro, la Lombardia e il “Quadrilatero” di Assolombarda si confermano territori trainanti per innovazione, produttività e dinamiche competitive.

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