Education at a glance 2025
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L’OCSE ha pubblicato il report annuale Education at a Glance, un'interessante raccolta di indicatori che offre una panoramica sullo stato dell’istruzione nei 38 Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e negli 11 Paesi partner. L’edizione 2025 del report offre come di consueto numerosi dati comparativi sui sistemi educativi e dedica, quest’anno, un focus all’istruzione terziaria.
In Italia solo un giovane di 25-34 anni su tre ha un titolo di studio terziario
In un mercato del lavoro in continua evoluzione, caratterizzato da innovazione tecnologica, globalizzazione e crescente specializzazione, la formazione terziaria non fornisce solo competenze tecniche, ma anche soft skills fondamentali, come il pensiero critico, la capacità di lavorare in team, la comunicazione efficace e l'apprendimento continuo. Questo livello di preparazione risponde alla crescente richiesta, da parte delle imprese, di profili altamente qualificati e aggiornati sulle ultime innovazioni. In Italia la formazione terziaria comprende ITS, corsi di laurea e formazione post-laurea, come i dottorati.
Nel 2024, tra i giovani 25-34 enni italiani, solo un terzo è in possesso di un titolo di studio terziario (32%). La quota è in crescita di 4 punti percentuali rispetto al 2019 (quando l’incidenza era il 28%); eppure, la presenza di capitale umano con formazione terziaria nel mondo del lavoro è ancora ben lontana dal raggiungimento dei livelli dei benchmark internazionali. L’Italia, infatti, è penultima in Europa, a parimerito con l’Ungheria, penultima tra i Paesi OCSE, con solo il Messico (29%) peggio posizionato. Nel confronto con i maggiori Paesi europei, i coetanei tedeschi in possesso di un titolo di studio terziario sono il 40% e la quota cresce fino al 53% per francesi e spagnoli. Senza considerare poi il confronto con il Regno Unito, dove l’incidenza raggiunge il 60%. Una condizione che crea un gap in termini di competitività per le imprese italiane.
Un quinto dei laureati triennali ha una formazione in ambito STEM
In un Paese, come l’Italia, sottoposto a un forte processo di invecchiamento della popolazione poter disporre di una forza lavoro qualificata diventa un elemento fondamentale per una crescita sostenibile. Ma quali sono gli ambiti disciplinari più gettonati? Nel 2023 (ultimo dato disponibile per il confronto internazionale) nella maggior parte dei Paesi dell’OCSE i due ambiti di studio più popolari sono le materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e l’economia, amministrazione e giurisprudenza; tali ambiti rappresentano entrambi il 23% dei laureati in percorsi triennali o equivalenti (nella tabella 1 corrisponde a Bachelor's or equivalent). In Italia la quota di laureati in questi due campi di studio è poco al di sotto della media OCSE: 21% i laureati triennali in ambito STEM e 20% in economia, amministrazione e giurisprudenza. La quota italiana di laureati triennali in materie STEM è in linea con l’incidenza in Francia (19%) e in Spagna (20%) ma è ben più bassa di quella che emerge dal dato tedesco (35%). Inoltre, distintivo del nostro Paese è che la formazione terziaria italiana immette nel mercato del lavoro molti più laureati nel settore delle arti e delle scienze umanistiche, scienze sociali, giornalismo e informazione (36% dei laureati triennali) rispetto ai competitor.
Tabella 1 - Distribuzione dei laureati, per livello di formazione terziaria* e ambito di studio (2023)
* Il livello “Short-cycle tertiary” equivale agli ITS Academy; “Bachelor's or equivalent” alle lauree triennali; “Master's or equivalent” alle lauree magistrali, a ciclo unico e ai master di primo e secondo livello; “Doctoral or equivalent” equivale alla più alta formazione terziaria, ovvero i dottorati e le scuole di specializzazione di Medicina e Chirurgia.
Fonte: OCSE
L’Italia investe in formazione terziaria solo l’1% del PIL
Un altro ostacolo alla competitività, cui deve far fronte l’Italia, riguarda le risorse messe a disposizione in ambito Education. Secondo l’OCSE, nel 2022 l’Italia investe, per tutto il sistema dell’istruzione dal livello primario a quello terziario, il 3,9% del PIL, un valore inferiore alla media dell’OCSE (pari al 4,7%) e ancor più distante dalla quota che il Regno Unito riserva all’istruzione (6,2%).
L’investimento italiano, pubblico e privato, destinato alla formazione terziaria (compreso il settore R&D) è particolarmente basso, pari allo 0,96% del PIL. Germania, Spagna e Francia spendono una quota di PIL che oscilla tra l’1,3% e l’1,7%, mentre al sistema dell’istruzione terziaria UK spetta il 2,08% del PIL nazionale.
Favorire l’accesso e il completamento degli studi in formazione terziaria, rafforzando ancor di più le risorse disponibili, rappresenta un investimento fondamentale per preparare studenti con competenze trasversali e specialistiche utili per affrontare le sfide del mercato del lavoro contemporaneo e per supportare sempre più la competitività delle imprese.
Il report completo è disponibile al seguente link: REPORT EDUCATION AT A GLANCE
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