Booklet Economia: si interrompe la ripresa e cresce l’incertezza. Le nuove restrizioni in Lombardia aggiungono un -1% al conto delle perdite del PIL regionale nel 2020

L'andamento economico della Lombardia nel confronto nazionale ed europeo.

La sicurezza sul lavoro in Lombardia

Nel 3° trimestre 2020 gli infortuni in occasione di lavoro denunciati in Lombardia diminuiscono del -15,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Prosegue il trend discendente degli infortuni in itinere, anche se in misura più attenuata rispetto al forte calo registrato tra aprile e giugno come conseguenza diretta delle limitazioni alla mobilità imposte dal lockdown: la variazione rimane ampiamente negativa, ma si ferma al -35,9% nel totale dei settori (dopo il -61,7% del trimestre precedente) e al -37,4% nel settore industriale (dal -59,2%).

IN SINTESI - L’andamento economico della Lombardia rispetto ai benchmark

La recrudescenza della pandemia interrompe la ripresa avviata da maggio e aggrava l’incertezza.
Primi segnali del deterioramento dell’attività economica in Italia e in Lombardia emergono a partire dall’ultima decade di ottobre, a seguito delle progressive restrizioni adottate dagli altri Paesi per contrastare la nuova ondata di contagi e delle più recenti misure del Governo italiano. L’ordine di grandezza è ancora contenuto, ma chiede un attento monitoraggio per coglierne tempestivamente l’evoluzione.
I consumi elettrici a livello nazionale, che approssimano l’attività produttiva, diminuiscono ogni giorno con maggiore intensità dall’entrata in vigore dell’ultimo DPCM: su base annua -2,1% venerdì 6 novembre, -3,5% lunedì 9, -6,4% martedì 10. Così, il traffico dei veicoli pesanti sulle tangenziali milanesi, indicativo degli scambi aziendali, è del -4% inferiore tra il 19 e il 25 ottobre rispetto a un anno fa (dal -2% nella prima settimana del mese).
Più consistente è l’impatto sugli spostamenti delle persone. Il traffico dei veicoli leggeri sulle tangenziali milanesi si riduce del -27% tra il 19 e il 25 ottobre su base annua (dal -13% nella prima settimana del mese), gli utenti delle metropolitane milanesi scendono del -63% tra il 26 e il 30 ottobre rispetto a inizio 2020 (dal -44%) e nello stesso periodo gli ingressi delle auto in Area C nel Comune di Milano diminuiscono del -23% (dal -5%). Nel complesso, la mobilità delle persone torna in area negativa rispetto all’avvio di quest’anno: -17% in Lombardia nella rilevazione del 6 novembre, con un’intensità maggiore nelle aree di Milano (-25%) e Monza e Brianza (-22%) più sotto pressione dall’emergenza sanitaria e una variazione minore a Lodi (-10%) e Pavia (-6%). In particolare, l’ulteriore intensificarsi dell’adozione dello smart working da parte delle imprese porta la mobilità per motivi di lavoro a ridursi in modo ancor più sostenuto: -38% in Lombardia il 6 novembre (era -22% a metà ottobre).

Sulle prospettive economiche a breve termine sono tre i principali fattori da considerare: le misure implementate sul territorio italiano per contenere la diffusione dei contagi, particolarmente restrittive in Lombardia ‘area rossa’, i lockdown attivati dai principali partner commerciali europei, la fiducia di imprese e consumatori.

Innanzitutto, le restrizioni introdotte dal DPCM del 3 novembre per il periodo 6/11-3/12 comportano nuove chiusure e limitazioni di attività. Per la Lombardia il fermo delle attività disposto per il mese implica nel 2020 una perdita di oltre un punto percentuale sul PIL regionale, e quindi di almeno -0,3 punti percentuali sul PIL nazionale. A questo effetto diretto vanno aggiunti gli impatti degli altri canali di trasmissione del contagio economico, tra i quali il commercio internazionale e la fiducia.

Un ulteriore fattore da valutare, infatti, è che nelle ultime settimane il quadro epidemiologico è peggiorato fortemente anche in importanti mercati di sbocco per le vendite estere delle imprese italiane e lombarde. In quest’ultima parte dell’anno, le aziende dovranno quindi fare i conti con un rallentamento della domanda internazionale e questo freno in azione peserebbe in particolare sull’economia lombarda, dove le esportazioni equivalgono a poco più del 30% del PIL e incidono per circa il 40% del fatturato delle imprese manifatturiere.

Il terzo elemento che grava sul quadro prospettico è il deterioramento della fiducia di imprese e consumatori come conseguenza dell’incertezza legata al perdurare della pandemia, con ripercussioni negative sulle decisioni di investimento e di consumo.
Lato imprese, a ottobre il clima di fiducia del manifatturiero nel Nord-Ovest è ancora in moderato miglioramento ma qualche arretramento si rileva già in merito ad attese di produzione e ordini a tre mesi. Si consideri inoltre che anche nei mesi tra luglio e settembre in ripresa, quasi il 40% delle imprese manifatturiere del Nord-Ovest indicava ancora ostacoli alla produzione, in larga misura legati all’insufficienza di domanda.
Tra le famiglie, l’incertezza crescente si riflette subito in ottobre in una diminuzione, dopo due mesi di risalita, della fiducia dei consumatori nel Nord-Ovest. Tutte le componenti dell’indice composito sono in calo, con il clima economico del Paese e il clima futuro che diminuiscono in modo più marcato.

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