Indagine Confindustria sul mercato del lavoro nel 2011

L’occupazione tiene; assenze dal lavoro al 7,0% nell’industria e all’8,0% nei servizi; retribuzioni del 20% più elevate che nella media nazionale.

In sintesi

L’annuale indagine Confindustria sulle condizioni del lavoro nelle imprese associate ha registrato nel 2011 una sostanziale stabilità dell’occupazione: -0,3% il numero di occupati dipendenti, dopo il -1,1% nel 2010 e il -2,2% nel 2009. Sulla base delle indicazioni qualitative fornite dalle imprese, la domanda di lavoro a inizio 2012 è stata in espansione, ma a ritmi più fiacchi se confrontata con le tendenze rilevate un anno prima. Tra febbraio e aprile 2012, infatti, la quota di imprese che prevedevano un aumento dell’occupazione nei primi sei mesi dell’anno in corso (17,9%) era diminuita rispetto a quella rilevata a inizio 2011 (22,6%), benché superasse ancora la quota di quelle che prevedevano una diminuzione (11,4%, simile all’11,0% di un anno prima). La tenuta dell’occupazione, nonostante l’Italia sia ricaduta in recessione dall’estate scorsa, è documentata anche dai dati ISTAT. Dal lato della domanda di lavoro, essa si spiega con il nuovo ampliarsi del ricorso alla CIG. Dal lato dell’offerta, invece, si osserva un’espansione della partecipazione al mercato del lavoro: da primavera 2011 sono sempre più numerose le persone, specie donne, che prima erano inattive e che ora cercano assiduamente un impiego per rimpinguare il bilancio familiare. A fronte di una sostanziale tenuta dell’occupazione, l’espansione della forza lavoro spinge in alto il tasso di disoccupazione, che a giugno 2012 ha raggiunto il 10,8%, un valore non più osservato dalla fine degli anni Novanta.

L’incidenza delle ore di assenza sulle ore lavorabili nelle aziende associate è rimasta sui livelli del 2010 (7,3%) e si è confermata più elevata nei servizi (8,0% contro il 7,0% nell’industria) e nelle imprese grandi (8,2% in quelle con più di 100 addetti; 5,0% in quelle fino ai 15). Il maggior tasso di assenza per le donne (11,1% contro il 5,9% degli uomini) è attribuibile per oltre i tre quarti ai congedi parentali. Ampia anche la variabilità territoriale: il tasso di gravità delle assenze supera l’8% in Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Lazio.

La diffusione della contrattazione aziendale è più elevata nell’industria che nei servizi e cresce con la dimensione aziendale; più alte nelle grandi imprese anche le retribuzioni annue e i premi variabili. Nel 2011 la retribuzione lorda totale annua per dipendente a tempo pieno nelle imprese associate (33.957 euro) è stata del 20% superiore rispetto a quella media stimata per l’intera economia (28.291 euro, dati ISTAT di Contabilità Nazionale).

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