Missione Teheran. Mattioli: Un'opportunità per intensificare l'interscambio tra i nostri Paesi Intervista

Missione Teheran. Mattioli: Un'opportunità per intensificare l'interscambio tra i nostri Paesi

Intervista a Licia Mattioli, Vicepresidente di Confindustria con delega all'Internazionalizzazione e all’attrazione degli investimenti esteri

 

Come è andata la missione in Iran?
La missione è stata molto positiva. Oltre a porre le basi per un grande lavoro che prenderà corpo nei prossimi mesi, ha già portato alcuni risultati concreti. Abbiamo, per esempio, firmato i primi accordi programmatici, nei settori del cuoio e del marmo, che riguardano la formazione sull’utilizzo dei macchinari di quel settore. Inoltre Sace ha firmato un importante accordo con una banca locale con l’obiettivo di garantire l’operatività non appena le sanzioni saranno rimosse.
È emersa con decisione la volontà condivisa di tornare a far crescere il livello di interscambio tra i due Paesi. È stato molto apprezzato, inoltre, il fatto che le imprese italiane non abbiano lasciato l’Iran durante il periodo della sanzioni nonostante il business fosse fermo.
Cosa ha rappresentato questa missione per le imprese italiane?
Ha rappresentato una grande opportunità per fare il primo passo nelle collaborazioni che la progressiva fine delle sanzioni renderà possibili tra l’Iran e l’Italia. Prospettive importanti che il nostro Paese deve essere pronto a cogliere. A cominciare dalle infrastrutture, rispetto alle quali l’Iran ha in previsione di costruire cinque nuove città, diecimila chilometri di ferrovie, quattordicimila chilometri di strade e 2 nuovi aeroporti oltre all’adeguamento di due tra i porti più importanti. Un progetto ampio per un totale di circa 200 miliardi di investimenti. Altrettanto significativi i numeri evidenziati in ambito edile, che parlano di un piano di ampliamento delle unità abitative dalle 200mila di oggi ad almeno 4 milioni.
Per continuare con i settori oil&gas, biomedicale, meccanico, automotive, sui quali è stato ampiamente riconosciuto il know-how delle imprese italiane. Un ‘sapere’ ben rappresentato dalla folta delegazione italiana presente a Teheran, che ha visto anche la partecipazione di Michele Angelo Verna, Direttore Generale di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza insieme ai rappresentati di circa venti aziende associate.
È una missione isolata o si inserisce in quadro più ampio?
L’iniziativa di Teheran rientra in un progetto di internazionalizzazione più ampio, che annovera già numerose missioni nel mondo. Siamo infatti già stati in Cile, Colombia, Cuba, Perù, Mozambico, Congo ed Angola. Poi in America per la promozione del made in Italy, in Giappone e in Canada. E abbiamo già in programma un’altra missione in Ghana e in Etiopia per la prossima settimana.
Il sistema Paese si sta per la prima volta muovendo compatto, interpretando in maniera innovativa il modo di fare le missioni. Il viaggio non ha più soltanto una finalità istituzionale ma anche di business. Un approccio che sta funzionando: lo hanno confermato le aziende con un risultato delle “customer satisfaction analysis” di oltre l’80% di riuscita.

Milano, 3 dicembre 2015 – 178 imprese, 20 associazioni imprenditoriali, tra le quali Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, e 12 gruppi bancari. Sono complessivamente 370 i componenti del sistema produttivo e della business community italiana che hanno preso parte alla missione in Iran, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. L’incontro, tenutosi dal 28 al 30 novembre a Teheran, è stato organizzato da Confindustria, ICE-Agenzia, ABI.

Come è andata la missione in Iran?

La missione è stata molto positiva. Oltre a porre le basi per un grande lavoro che prenderà corpo nei prossimi mesi, ha già portato alcuni risultati concreti. Abbiamo, per esempio, firmato i primi accordi programmatici, nei settori del cuoio e del marmo, che riguardano la formazione sull’utilizzo dei macchinari di quel settore. Inoltre Sace ha firmato un importante accordo con una banca locale con l’obiettivo di garantire l’operatività non appena le sanzioni saranno rimosse.È emersa con decisione la volontà condivisa di tornare a far crescere il livello di interscambio tra i due Paesi. È stato molto apprezzato, inoltre, il fatto che le imprese italiane non abbiano lasciato l’Iran durante il periodo della sanzioni nonostante il business fosse fermo.

Cosa ha rappresentato questa missione per le imprese italiane?

Ha rappresentato una grande opportunità per fare il primo passo nelle collaborazioni che la progressiva fine delle sanzioni renderà possibili tra l’Iran e l’Italia. Prospettive importanti che il nostro Paese deve essere pronto a cogliere. A cominciare dalle infrastrutture, rispetto alle quali l’Iran ha in previsione di costruire cinque nuove città, diecimila chilometri di ferrovie, quattordicimila chilometri di strade e 2 nuovi aeroporti oltre all’adeguamento di due tra i porti più importanti. Un progetto ampio per un totale di circa 200 miliardi di investimenti. Altrettanto significativi i numeri evidenziati in ambito edile, che parlano di un piano di ampliamento delle unità abitative dalle 200mila di oggi ad almeno 4 milioni.Per continuare con i settori oil&gas, biomedicale, meccanico, automotive, sui quali è stato ampiamente riconosciuto il know-how delle imprese italiane. Un ‘sapere’ ben rappresentato dalla folta delegazione italiana presente a Teheran, che ha visto anche la partecipazione di Michele Angelo Verna, Direttore Generale di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza insieme ai rappresentati di circa venti aziende associate.

È una missione isolata o si inserisce in quadro più ampio?

L’iniziativa di Teheran rientra in un progetto di internazionalizzazione più ampio, che annovera già numerose missioni nel mondo. Siamo infatti già stati in Cile, Colombia, Cuba, Perù, Mozambico, Congo ed Angola. Poi in America per la promozione del made in Italy, in Giappone e in Canada. E abbiamo già in programma un’altra missione in Ghana e in Etiopia per la prossima settimana.Il sistema Paese si sta per la prima volta muovendo compatto, interpretando in maniera innovativa il modo di fare le missioni. Il viaggio non ha più soltanto una finalità istituzionale ma anche di business. Un approccio che sta funzionando: lo hanno confermato le aziende con un risultato delle “customer satisfaction analysis” di oltre l’80% di riuscita.

 

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