Top500+ Monza Brianza 2021

Il recupero delle imprese: prospettive, rischi e strategie

La classifica TOP500+ 2021
Le 800 migliori aziende della provincia di Monza e Brianza che rientrano nella classifica 2021 del “TOP 500+” hanno ricavi riferiti al 2020 che vanno da un minimo di 8 milioni a un massimo di 4,5 miliardi di euro. Complessivamente il loro fatturato raggiunge 51 miliardi euro, il risultato di esercizio, in somma algebrica, ammonta a 1,7 miliardi e le aziende in utile sono l’84% del totale.
In cima alla classifica, le prime 6 aziende superano il miliardo di euro di fatturato: prima Esprinet S.p.A. (Vimercate), seconda Mediamarket S.p.A (Verano Brianza), terza BASF Italia S.p.A. (Cesano Maderno), quarta STMicroelectronics S.r.l. (Agrate Brianza), quinta Candy S.p.A (Monza), sesta Decathlon Italia S.r.l. (Lissone).
Seguono, con poco distacco, le altre quattro aziende che completano la top ten: settima SOL S.p.A. (Monza) che sfiora il miliardo di fatturato, ottava Prenatal Retail Group S.p.A. (Cogliate), nona Roche S.p.A. (Monza) e decima Gruppo Sapio S.p.A. (Monza).
Focalizzandosi su un campione chiuso di 690 società è possibile svolgere qualche confronto tra i risultati 2020 e quelli dell’anno precedente. L’impatto della pandemia ha provocato un calo del fatturato complessivo pari al -4,6% rispetto al 2019. Sul totale del campione, la quota di aziende che registrano una flessione dei ricavi è pari al 70%.
Anche in termini di redditività emergono riduzioni, sebbene tutto sommato contenute a dimostrare un’attenta gestione dei costi nel corso della pandemia: l’EBIT mediano sui ricavi passa dal 4,0% al 3,8% e del ROE mediano dal 10,9% all’8,7%.
Infine, la quota di aziende in utile diminuisce dal 90% nel 2019 all’84% nell’anno della pandemia.

Le prospettive delle imprese
Secondo le 212 imprese di Monza e Brianza intervistate a ottobre, il 2021 è un anno di crescita. Ben il 75% delle imprese del territorio che dichiarano, dai loro preconsuntivi, un aumento dei fatturati rispetto al 2020. Di queste, oltre un quarto prospetta un incremento superiore al +20%. La restante fetta si divide tra coloro che si aspettano una stabilità rispetto al 2020 (il 12%) e coloro che invece attendono una diminuzione dei ricavi (il 13%). Le perdite, tuttavia, sono severe (superiori al -20%) solo per il 4% delle imprese locali.
Nel 2022, continua il trend positivo: il 66% delle imprese prevede un aumento del fatturato e il 27% una stabilità rispetto al 2021. Solo il restante 7%, invece, registrerà una diminuzione.
La priorità delle imprese è anche di tornare ai livelli di vendite pre pandemia. Dal polso del tessuto produttivo, il 46% delle realtà intervistate chiuderà il divario rispetto al 2019 entro quest’anno: un terzo (il 33%) superando i ricavi del 2019 e il 13% riportandosi in linea. Questa quota si aggiunge a una ampia platea, il 33%, che è già sopra i livelli pre Covid. Un ulteriore 14% colmerà il gap nel 2022, mentre per il restante 7% di imprese non sarà possibile recuperare nel medio termine quanto perso con la pandemia.

I rischi e le leve strategiche
L’onda lunga della pandemia porta con sé il perdurare di rischi, ma anche il ripensamento di strategie per la ripresa.
La stragrande maggioranza delle imprese del territorio ritiene che, nell’orizzonte al 2022, i rischi più impattanti concentrati in strozzature all’offerta: quasi l’80% dei rispondenti segnala rincari estremamente elevati e difficoltà di reperimento di alcune materie prime e semilavorati e un quinto delle aziende è preoccupato dalla più recente fiammata dei prezzi dell’energia. A queste tensioni, si sommano rilevanti colli di bottiglia nella logistica delle merci, indicati come rischio dal 30% delle aziende.
A completamento del quadro dei fattori avversi, la recrudescenza della pandemia e le misure restrittive che ne conseguirebbero sono considerate un punto di attenzione per il 19% delle imprese, una quota abbastanza contenuta se confrontata con la situazione di massima criticità dei contagi nel territorio di fine anno scorso, mentre il 17% delle imprese evidenzia incertezze legate alla flessione della domanda. L’inasprimento della concorrenza rappresenta un’incognita soltanto per il 10% delle imprese della provincia, a indicare una favorevole valutazione del proprio posizionamento competitivo nel mercato.
L’instabilità del momento storico ha indotto le imprese a un’analisi non solo dei rischi, ma anche delle leve strategiche da adottare per la ripresa. Si tratta di strategie che guardano lontano, e non di tattiche di semplice risposta alla pandemia con lo sguardo breve. Dai risultati della survey, il capitale umano e l’organizzazione del lavoro risultato, infatti, prioritari per circa la metà delle imprese del territorio, così come il potenziamento dell’offerta in termini di nuovi e migliori prodotti e servizi. La crisi pandemica ha ulteriormente consolidato la rilevanza dei tre elementi strategici di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità e le imprese di Monza e Brianza lo hanno ben presente. Infatti, un terzo delle imprese della provincia sta puntando sulla ricerca e sviluppo, il 27% sulla digitalizzazione dei processi e il 18% sulla sostenibilità dei processi e dei prodotti. Anche l’ambito ‘brand e immagine’ è riconosciuto come rilevante da ben un quarto delle imprese di Monza e Brianza.

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