Il 63% delle imprese attive sui mercati esteri

I risultati dell'indagine sui processi di internazionalizzazione delle imprese dell'area milanese.

Milano, 19 marzo 2013 - Quasi due terzi delle imprese milanesi sono attive sui mercati esteri. E' quanto emerge dall'indagine sui processi di internazionalizzazione delle imprese associate ad Assolombarda presentata oggi a Milano nel corso di un convegno.

Ecco i risultati in sintesi

Internazionalizzazione: una strategia diffusa tra le imprese dell’area milanese.
Quasi i due terzi delle imprese milanesi sono attive sui mercati esteri: infatti, il 63% delle oltre 3600 imprese che hanno partecipato all’indagine hanno dichiarato di avere rapporti con l’estero. Esistono diversi modi di presidiare i mercati esteri. Oltre alle ben note attività di esportazione e importazione, le imprese milanesi sono attive all’estero mediante canali commerciali (uffici di rappresentanza o filiali di vendita o di assistenza), ma anche con una presenza di tipo produttivo o tramite centri di ricerca. Per le imprese milanesi la capacità di agganciare la domanda estera non è solo una semplice possibilità ma è interpretata e perseguita come una reale strategia aziendale.

Presenza dinamica e proficua delle imprese milanesi nelle filiere internazionali.
Le imprese dell’area milanese lavorano costantemente per consolidare il proprio ruolo attivo nelle filiere internazionali. Le due principali vie di contatto con i paesi esteri corrispondono ai canali dell’export e dell’import, che coinvolgono rispettivamente l’89% e il 62% delle imprese milanesi internazionalizzate. Nel 2012 cresce sia la quota di imprese che svolge attività di vendita sui mercati esteri sia la quota di quelle operanti oltre confine attraverso le filiali commerciali. La domanda estera si dimostra una valida e proficua opportunità di business: nel 2012 le imprese milanesi, soprattutto quelle manifatturiere, hanno visto accrescere il proprio fatturato proveniente dai mercati esteri.

20130319_mercati_esteriL’Europa: punto di partenza per guardare oltreoceano.
La vicinanza geografica dei paesi del vecchio continente e la loro somiglianza al mercato italiano aiutano a spiegare la forte e radicata presenza delle nostre imprese in questi territori. Infatti, secondo quando indicato dalle oltre 650 imprese che hanno fornito informazioni dettagliate sulle direttrici geografiche dell’internazionalizzazione, i primi quattro paesi per presenza nel 2012 appartengono all’Europa: in particolare Francia, Germania e Spagna per l’Area Euro e, di seguito, Regno Unito.
La presenza attiva nel continente europeo non è una forma di chiusura da parte delle imprese milanesi: infatti, il loro sguardo è orientato sempre più intensamente verso i mercati oltreoceano. L’interesse è rivolto alle economie avanzate che crescono di più di quella europea, come gli USA, ma è diretto anche verso altri paesi, come la Cina e la Russia, che hanno tassi di crescita elevati.
Nel 2012 le imprese milanesi internazionalizzate sono attive mediamente in 15 paesi: sono soprattutto le grandi imprese a differenziare il ventaglio di aree in cui operano (mediamente 28 paesi). La maggiore stabilità di alcune aree consente di affrontare investimenti nei mercati considerati più rischiosi ma non per questo meno interessanti per il business. Questa scelta, invece, diventa più ardua per le imprese di minor dimensione, che spesso concentrano il fatturato estero verso un singolo mercato.

Dove punta la bussola delle imprese milanesi: il balzo americano e asiatico.
La bussola delle nostre imprese ha puntato, per molti anni, all’Europa. Verso quali mercati si sposterà ora l’attenzione delle imprese milanesi per il prossimo triennio 2013-15? La futura presenza nei mercati del vecchio continente continuerà a essere forte, ma la domanda stagnante e le politiche restrittive di molte economie europee produrranno un effetto di ridimensionamento del peso dei mercati europei nel commercio estero delle imprese milanesi, a favore di aree a maggiore crescita.
Per cogliere le opportunità dei paesi emergenti, sempre più spesso destinatari dei beni di qualità italiani, le imprese milanesi si dichiarano disposte a “compiere un balzo” verso i continenti più lontani. L’interesse è rivolto al continente americano, con particolare enfasi verso l’America Latina, e a quello asiatico, dall’India (ma questa non è una novità nella mappa del nostro commercio estero) fino ai nuovi mercati emergenti come, ad esempio, la Corea del Sud.

20130319_mercatiEsteri_2Le correnti che allontanano le imprese dai mercati esteri.
Nonostante le imprese milanesi siano caratterizzate da grande dinamicità e propensione all’export, esse devono spesso affrontare le correnti che rallentano la loro navigazione nei mercati esteri. In primis, il fattore che rema contro le imprese è rappresentato dalla dimensione aziendale: in alcuni casi può essere addirittura il motivo di una mancata internazionalizzazione. Per far fronte a questo ostacolo le imprese scelgono forme di aggregazione (dalle joint venture alle reti di impresa) capaci di generare proficue sinergie.
Un altro elemento critico è dato dagli elevati costi iniziali che devono essere sostenuti per accedere ai mercati esteri. A esso si unisce la difficoltà di operare in paesi culturalmente diversi e poco conosciuti. Questi vincoli possono essere in parte superati ricorrendo ai finanziamenti a medio-lungo termine. Esistono poi servizi di Assolombarda che le imprese milanesi valutano particolarmente importanti per avviare processi di internazionalizzazione: ne sono un esempio la ricerca di partner esteri e le analisi di mercato.

L’importanza del Sistema Paese per le imprese milanesi.
Le riflessioni emerse dall’indagine sono un’occasione per focalizzare il ruolo che il Sistema Paese ha nei confronti delle imprese che scelgono di accedere ai mercati esteri o di estendere la loro presenza nelle aree già presidiate. Infatti, nel 2012 quasi i due terzi delle nostre imprese si sono rivolte ad almeno un ente tra le associazioni del Sistema Confindustria, le banche, il Sistema Camerale, la Regione e gli enti preposti al supporto dei processi di internazionalizzazione (ICE, SACE e SIMEST).

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