Verna: “Investire sull'occupabilità e sul dialogo scuola-impresa per competere con l’Europa” Comunicato stampa

Verna: “Investire sull'occupabilità e sul dialogo scuola-impresa per competere con l’Europa”

Formazione e lavoro: i 4 motori industriali d'Europa per la prima volta a confronto

Milano, 30 maggio 2016Sistema duale, apprendistato, politiche attive e Youth Guarantee: sono questi gli ambiti di intervento che fanno della Lombardia un laboratorio d’avanguardia per avvicinare il Paese alle migliori prassi esistenti in Europa in materia di formazione e lavoro e di servizi per l’occupabilità.

Se ne è parlato questa mattina, in Assolombarda, nel corso del workshop “Dalla formazione al lavoro: un confronto tra i quattro motori d’Europa”. Un’occasione importante di dibattito, promossa dall’Associazione e rivolta ai protagonisti delle policy per la formazione e per l’occupabilità. L’evento, dopo due precedenti edizioni dedicate al bilancio sulla riforma del mercato del lavoro e alle misure da adottare per rispondere all’emergenza occupazionale in una prospettiva di confronto nazionale, indirizza per la prima volta il dibattito sul confronto internazionale tra le politiche lombarde in tema di formazione e lavoro e quelle delle altre regioni. Un’occasione per guardare alla Lombardia come best practice italiana ma in grado di competere con i motori industriali d’Europa.

Si tratta del Baden-Württemberg, della Cataluña, del Rhône-Alpes, che insieme alla Lombardia, pesano l’8,6% del PIL totale dell’UE e singolarmente una buona parte del valore aggiunto dei rispettivi Paesi (Baden-Württemberg 32,8%; Lombardia 19,5%; Cataluña 17,1%; Rhône-Alpes 15,4%).

Nelle politiche attive – ha dichiarato Michele Angelo Verna, Direttore Generale di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianzail ‘modello lombardo’ è certamente allineato all’Europa, tanto che auspichiamo possa essere recepito a livello nazionale. La concorrenza tra pubblico e privato, la personalizzazione dei servizi attraverso la dote e la valutazione dei risultati occupazionali rappresentano indubbi elementi di qualità del sistema regionale. C’è ancora molta da strada da fare, invece, per raggiungere gli standard europei in tema di formazione duale, anche se crediamo che i recenti provvedimenti nazionali e regionali vadano nella giusta direzione”.

Nel 2015, dopo 7 anni, la Lombardia ha visto scendere il proprio tasso di disoccupazione al 7,9% ma guardando all’Europa rimane ancora distante dal 3,1% del Baden-Württemberg (18,6% Cataluña; 9,1% Rhône-Alpes). Il tasso di occupazione lombardo (65,1%), pur essendo tra i più alti d’Italia, è ancora basso nel confronto europeo (76,9% Baden-Württemberg, 66,6% Rhône-Alpes, 63,1% Cataluña). Ma il fenomeno più preoccupante è forse quello della disoccupazione giovanile (15–24 anni) che nel 2015, in Lombardia, è salito al 32,3% contro il 6,1% del Baden-Württemberg e il 20,4% del Rhône-Alpes. Solo la Cataluña presenta un dato peggiore, 42,3%, ma in forte calo.

Le difficoltà stanno nel passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro, nonostante gli studenti quindicenni lombardi siano al primo posto per competenze in tutte le aree (scienze, matematica e capacità di lettura). La quota dei Neet (Not in Employement, Education or Training) nella nostra regione quest’anno è diventata la più alta tra i quattro motori d’Europa raggiungendo il 17,0% (16,1% Cataluña, 10,0% Rhône-Alpes, 4,7% Baden-Württemberg).

Un altro confronto significativo è quello relativo ai laureati: nella fascia di età tra i 25 e i 64 anni Cataluña e Rhône-Alpes ne producono di più, sia in rapporto alla popolazione, sia rispetto agli occupati (quasi il doppio della Lombardia, che si attesta al 22,6%).

Guardando all’Italia, invece, sono diversi gli strumenti di intervento che hanno contraddistinto la Lombardia come best practice nell’applicazione della legislazione nazionale e stimolo per le politiche future. A cominciare dalla Legge regionale n. 30 del 2015, che ha accolto in chiave innovativa i contenuti della “Buona Scuola”, promuovendo innanzitutto l’attivazione del sistema duale nel quale formazione e lavoro si raccordano in modo organico, sia valorizzando l’apprendistato di primo livello e sia concretizzando esperienze di alternanza scuola-lavoro. “In questa direzione – ha proseguito Michele Angelo Vernaci auguriamo che l’accordo interconfederale tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, che rende definitivamente applicabile la nuova disciplina dell’apprendistato di primo e terzo livello definendo gli aspetti dell’inquadramento e della retribuzione degli apprendisti, possa costituire un volano per questa forma contrattuale finora poco utilizzata”.

Significativi sono anche i risultati raggiunti da Garanzia Giovani in Lombardia rispetto al resto d’Italia. Basti pensare, infatti, che sono 47.236 i giovani coinvolti in proposte di politica attiva nella nostra regione, pari all’87% dei giovani presi in carico (54.512). Mentre in Italia sono 332.902 i giovani coinvolti, pari al 48% di quelli presi in carico (694.253).

“Assolombarda ha dedicato gran parte dei progetti, contenuti nel Piano Strategico ‘Far Volare Milano’, a favorire e consolidare il dialogo tra imprese e sistema educativo, come leva di competitività del tessuto produttivo e strumento d’innovazione dell’offerta didattica – ha evidenziato Verna –. Un impegno che, in questi anni, ha portato alla costituzione di 6 Fondazioni con le quali abbiamo avviato 8 corsi biennali di istruzione tecnica superiore e 4 corsi di istruzione e formazione tecnica superiore. Abbiamo poi promosso con l’Università Statale un modello innovativo di didattica per gli studenti della laurea triennale in Informatica, che prevede l’alternanza università-lavoro negli ultimi due anni di corso. E abbiamo, infine, coinvolto 9.500 studenti in progetti di alternanza e altrettanti in programmi di orientamento, istituendo accordi di rete tra scuole e imprese in sei settori strategici”.

Tra i temi dell’incontro anche la riforma del Jobs Act e la modifica degli ammortizzatori sociali in una logica di inclusione, semplificazione e razionalizzazione degli strumenti. A tal proposito Verna ha sottolineato l’importanza di ricondurre le politiche attive a una logica unitaria, che attraverso l’istituzione dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro possa garantire livelli adeguati di servizi per l’occupabilità su tutto il territorio nazionale, senza però disperdere le buone pratiche regionali. Infine si è evidenziata l’esigenza di definire modalità di funzionamento dei nuovi strumenti, che spostino concretamente il baricentro dalle politiche passive alle politiche attive.

All’incontro sono intervenuti Luigi Bobba, Sottosegretario Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Maurizio Del Conte, Presidente dell’Agenzia Nazionale per le Politiche attive del Lavoro; Valentina Aprea, Assessore all’Istruzione Formazione Lavoro di Regione Lombardia; Dolors Bassa i Coll, Ministro del Lavoro, Affari Sociali e Famiglia del Governo della Catalunya; e Michael Gerner, rappresentante del Ministero delle Finanze e Economia del Baden-Württemberg. Hanno partecipato al dibattito anche Stefano Scabbio, Presidente Assolavoro; Michel Martone, Università Luiss; Stefano Cuzzilla, Presidente di Federmanager.

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