Fiscalità locale costante sul 2015 ma aumentata del 10% negli ultimi 5 anni Comunicato stampa

Fiscalità locale costante sul 2015 ma aumentata del 10% negli ultimi 5 anni

Assolombarda presenta il 5° Rapporto sulla fiscalità locale. Bonomi: "Ridurre drasticamente la pressione fiscale e semplificare la burocrazia a carico delle imprese per rendere il territorio attrattivo e competere su scala globale"

Milano, 3 aprile 2017“Abbiamo una sfida da vincere: rendere il nostro territorio sempre più attrattivo. Milano ha i numeri per competere su scala globale, lo dimostrano le diverse partite che la vedono candidata a ospitare la comunità finanziaria in uscita da Londra e l’Agenzia Europea del Farmaco. Ora occorre un lavoro di squadra per farle fare un ulteriore salto di qualità. Uno sforzo che deve interessare tutte le Amministrazioni locali alle quali chiediamo, seppur consapevoli della crisi che stanno vivendo in termini di risorse e trasferimenti, di dare un segnale di fiducia verso il futuro per attrarre imprese e investimenti: abbassando la pressione fiscale; semplificando la burocrazia e completando le trasformazioni urbanistiche nelle aree strategiche della città. Oltre a potenziare le infrastrutture fisiche e le reti digitali per aumentare le connessioni con le altre aree metropolitane e valorizzare la proiezione internazionale di Milano per attrarre nuovi talenti.

È quanto ha dichiarato Carlo Bonomi, Vicepresidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza con delega a Credito e Finanza, Fisco, Organizzazione e Sviluppo, in occasione della presentazione del 5° Rapporto sulla fiscalità locale nella Città Metropolitana di Milano e nei territori di Lodi e Monza e Brianza.

La pressione fiscale locale non cala

Nel 2016 la pressione fiscale locale rimane sui livelli, già elevati, dell’anno precedente e non diminuisce né per i capannoni e né per gli uffici. Lo si evidenzia nell’ambito del monitoraggio promosso da Assolombarda su base locale, che quest’anno è stato esteso a tutti i 250 comuni (134 a Milano, 55 a Monza e Brianza e 61 Lodi).

L’indagine, giunta alla quinta edizione, analizza la pressione fiscale esercitata dai comuni mettendo, inoltre, a confronto per gli anni 2012-2016 i valori delle imposte gravanti sugli immobili di impresa (IMU, TASI, TARI, gli oneri di urbanizzazione) e l’addizionale IRPEF.

“L’iniziativa fornisce un quadro dell’impatto della fiscalità locale sulle attività produttive – ha proseguito Carlo Bonomi –, un importante strumento che mettiamo a disposizione delle Amministrazioni comunali, utile a orientare le loro scelte su una materia decisiva per la vita delle aziende e per l’attrattività del territorio. A tal proposito abbiamo sviluppato un portale interattivo, accessibile da tutti, dedicato alla Fiscalità Locale (www.assolombarda.it/fiscalita-locale) nel quale sono disponibili tutte le elaborazioni e i confronti dei 250 comuni analizzati, oltre a dati, grafici e mappe”.

Il rapporto in sintesi

La pressione fiscale resta elevata. Nel 2016 gli importi pagati in media da un’impresa localizzata in uno dei comuni interessati dal monitoraggio sono complessivamente uguali a quelli pagati nel 2015 sia per i capannoni e sia per gli uffici. Considerati, invece, i cinque anni della rilevazione 2012-2016, gli uffici hanno visto aumentare la pressione fiscale complessivamente del +9,1%, pagando in media quasi 646 euro in più. Ancora più consistente l’incremento sui capannoni industriali pari al 9,6% con un aumento di circa 3.519 euro.

Milano è al primo posto per carico fiscale complessivo sulle imprese, seguito da Sesto San Giovanni, Paullo, Rozzano e Bollate. Mentre Monza e Lodi si trovano rispettivamente al 19° e 31° posto. E sempre Milano è la città dove uffici e capannoni pagano più imposte locali con oltre 16mila euro (i primi) e 61mila euro (i secondi).

La situazione migliora, invece, allontanandosi da Milano e dagli altri centri principali: non sorprende quindi che tra i comuni più virtuosi ci siano Castelnuovo Bocca d’Adda, Cornovecchio, Cavacurta, Orio Litta e Montanaso Lombardo.

L’IMU (aliquota media 0,95%) e la TASI (aliquota media 0,07%) restano sostanzialmente stabili rispetto al 2015. Un risultato determinato dalla Legge di Stabilità per il 2016, che ha introdotto un blocco verso l’alto delle aliquote. Va evidenziato, però, che nessuna Amministrazione è intervenuta per rivedere le imposte al ribasso. E che dal 2012 al 2016 gli importi dovuti per IMU e TASI sono cresciuti complessivamente dell’11,3% per gli uffici e del 22,1% per i capannoni.

Anche gli oneri di urbanizzazione non hanno manifestato rilevanti scostamenti rispetto al 2015: +0,1% per gli uffici e +0,3% per i capannoni. Fatta eccezione per il Comune di Baranzate che ha ridotto gli oneri di quasi il 30%. In cinque anni l’incremento complessivo è stato, invece, di circa il 4% per entrambe le tipologie di immobili.

Un segnale positivo arriva poi dal fronte della TARI, che nel 2016 è calata, rispetto al 2015, in media dello 0,2% per gli uffici e dello 0,5% per i capannoni industriali; una tendenza consolidata per quanto riguarda i capannoni che, nel periodo 2012-2016, hanno visto diminuire del 13,5%la tassa sui rifiuti ma ancora da affermare per gli uffici che, nello stesso periodo, hanno pagato il 2,7% in più.

Dall’analisi emerge, inoltre, che quasi la totalità dei comuni analizzati ha confermato le aliquote del 2015 sull’addizionale IRPEF, tranne Cinisello Balsamo che l’ha ridotta dallo 0,8% allo 0,75%.

“Da alcuni anni abbiamo avviato un confronto costruttivo con le Amministrazioni locali sul tema della fiscalità – ha concluso Bonomi –, che ha portato per esempio ad importanti agevolazioni per i nuovi insediamenti produttivi e le startup a Milano, Sesto San Giovanni e Rho; alla rimodulazione del carico impositivo di IMU e TASI a Lainate e Melzo; alla semplificazione nei pagamenti delle imposte a Lissone. Ma ci sono ancora molte cose su cui lavorare. La pressione fiscale ha raggiunto, infatti, un livello ormai insopportabile. È necessaria una drastica semplificazione degli adempimenti burocratici a carico dei contribuenti; una rimodulazione del carico fiscale IMU/TASI, privilegiando la tassa sui servizi indivisibili che è integralmente deducibile dalle imposte sui redditi, e un’esenzione dalle tasse per gli immobili strumentali.

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