Utilizzo dell'Intelligenza Artificiale nelle imprese

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L’utilizzo dell’IA nelle imprese italiane raddoppia in un anno, ma resta inferiore ai paesi benchmark europei. Il gap tra grandi imprese e PMI aumenta. Mancanza di competenze e di chiarezza legislativa sono gli ostacoli maggiori. 

L’impiego dell’Intelligenza Artificiale in Italia è in progressiva diffusione: la percentuale di imprese con più di 10 addetti che adottano l’IA è passata dall’8,2% nel 2024 al 16,4% nel 2025. Tuttavia, tale percentuale è ancora inferiore a quella dei principali paesi benchmark europei (26,0% Germania, 20,2% Spagna, 18,1% Francia) e include un forte gap tra PMI (15,7%) e grandi imprese (53,1%). Tra le imprese che non utilizzano l’IA ma che hanno valutato l’investimento (11,5% del totale), la mancanza di competenze e la carenza di chiarezza legislativa sono i principali ostacoli segnalati.

Il 16,4% delle imprese italiane adotta tecnologie di Intelligenza Artificiale (8,2% nel 2024), una percentuale inferiore ai paesi benchmark europei. 

Secondo i dati diffusi da Commissione europea1 e Istat2, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nelle imprese con almeno 10 addetti registra nell’ultimo anno una crescita particolarmente significativa, dall’8,2% del 2024 al 16,4% del 2025. Si tratta, tuttavia, di una percentuale ancora inferiore a quella dei principali paesi benchmark europei: in Germania le imprese che adottano almeno una tecnologia legate all’IA sono il 26%, in Spagna il 20,2%, in Francia il 18,1%. Tra gli utilizzatori di IA, a livello italiano le tecnologie più utilizzate riguardano il text mining (11,6% del totale delle imprese con almeno 10 addetti), l’IA generativa (9,7%) e il riconoscimento vocale (6,8%).

Figura 1 – Imprese per tecnologia IA utilizzata (% sul totale imprese con almeno 10 addetti)

Fonte: Istat

Gli ambiti aziendali in cui l’intelligenza artificiale viene adottata più frequentemente sono il marketing e le vendite (5,4% delle imprese con almeno 10 addetti), l’organizzazione dei processi amministrativi (4,2%) e l’area della ricerca e sviluppo o innovazione (3,3%).

Aumentano i divari dimensionali: tra le grandi imprese, il 53,1% utilizza tecnologie IA, mentre tra le PMI è il 15,7%. 

L’impiego di tecnologie di IA mostra nel 2025 un incremento dei divari dimensionali: la differenza nell’intensità di utilizzo tra grandi imprese e PMI passa da 25 punti percentuali nel 2024 a 37 p.p. nel 2025. In termini di incidenza, le grandi imprese utilizzatrici sono il 53,1% rispetto al 15,7% delle PMI.

Inoltre, tra le imprese di piccola dimensione (10-49 addetti) che adottano l’IA, oltre un’impresa su quattro (27,8%) non specifica un chiaro ambito aziendale di utilizzo, a indicare un’adozione dell’IA ancora poco strutturata e caratterizzata da un utilizzo ancora iniziale e sperimentale.

La mancanza di competenze adeguate e la carenza di chiarezza legislativa frenano l’adozione dell’IA.

Al 16,5% di imprese italiane che già impiegano tecnologie IA, si affianca un 11,5% di realtà che dichiarano di averne preso in considerazione l’utilizzo (anche questa percentuale in forte crescita, era il 4,6% nel 2023). Gli ostacoli principali evidenziati da queste ultime riguardano la mancanza di competenze (58,6%), la carenza di chiarezza legislativa (47,3%). Tra le altre criticità, sono segnalati l’indisponibilità o la scarsa qualità dei dati necessari (45,2%), le preoccupazioni relative alla privacy e alla protezione dei dati (43,2%), i costi elevati (43,0%) e le considerazioni etiche (25,7%). 

Aumenta l’utilizzo di software gestionali e di servizi cloud computing e l’analisi di dati. Stabile, invece, l’e-commerce delle PMI.

Tra gli altri indicatori monitorati dalla Commissione europea in ambito digitalizzazione emerge che nel 2025 le imprese (con almeno 10 addetti) che utilizzano software gestionali raggiungono il 56,0% (dal 48,7% del 2023). Le realtà che acquistano servizi di cloud computing di livello intermedio o avanzato si attestano al 68,1% e quelle che svolgono analisi dei dati avvalendosi di personale interno o di organizzazioni esterne al 42,7%.
L’e-commerce delle PMI, invece, mostra segnali di stabilità: la quota di PMI che ha effettuato nel corso del 2025 vendite online (per almeno l’1%) del fatturato totale si attesta al 14,3% (era 14,7% nel 2024). Si riduce, invece, la quota di fatturato online realizzato dalle PMI che passa dal 14,0% dei ricavi totali nel 2024 all’11,7% nel 2025, confermando il calo già in atto dal 2023 (era 15,5%).

1 Fonte: Digital Intensity Index 2025
2 Fonte: Istat, ‘Imprese e ICT’, 15 dicembre 2025

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