USA: misure protezioniste verso i prodotti UE
L’attuale politica commerciale statunitense potrebbe prevedere l’introduzione di dazi sui prodotti di origine europea.
Notizie recenti riportano la possibilità che l’Amministrazione Trump introduca dazi commerciali del 100% sui prodotti di provenienza europea.
Un eventuale provvedimento in questo senso sarebbe da collocare nell’ambito del contenzioso USA – UE sulle importazioni da parte dell’Unione Europea di carne dagli Stati Uniti.
La disputa, risalente alla fine degli anni ’80, era nata dal divieto introdotto dall’UE di importare carni bovine trattate con ormoni della crescita.
Nel 1996 USA e Canada avevano presentato ricorso alla WTO, ottenendo l’autorizzazione ad imporre dazi compensativi sulle merci europee. Nel 2009, con la firma del Memorandum of Understanding tra Stati Uniti e Unione Europea, i dazi erano stati ridotti, mentre l’UE aveva aumentato il livello di carni importabili prive di ormoni.
A seguito della segnalazione da parte dell’industria delle carni statunitense della riduzione delle importazioni di carni da parte dell’UE (a favore di importazioni da altri paesi), l’Amministrazione Obama aveva riavviato il contenzioso, proponendo nuovamente l’introduzione di dazi sui prodotti europei.
L’eventuale introduzione da parte degli Stati Uniti di tali misure protezionistiche può, inoltre, essere ritenuta compatibile con l’orientamento della politica commerciale dell’attuale amministrazione. In particolare, si fa riferimento a due decreti esecutivi del presidente Trump, volti all'introduzione di misure protezioniste a favore dell’economia statunitense.
Il primo dispone l’avvio di una procedura di indagine sulle cause del deficit commerciale statunitense nel confronto con i principali partner commerciali, allo scopo di identificare le misure più adatte da adottare nei confronti di tali paesi. Il secondo è volto a rendere più efficace l’applicazione delle misure antidumping.
Al fine di risolvere la controversia in atto tra Europa e Stati Uniti, è intenzione delle due parti giungere ad un compromesso sulla base del Memorandum del 2009, che prevede un periodo transitorio di sei mesi a partire dalla notifica di un eventuale recesso da parte di uno dei due firmatari.
Gli Stati Uniti, inoltre, trarrebbero vantaggi dalla negoziazione di un accordo. Il valore delle loro esportazioni verso l’Europa è, infatti, maggiore rispetto all’ammontare di eventuali sanzioni commerciali.
Tuttavia, se gli USA introdurranno direttamente i dazi, la reazione europea consisterà nella sospensione immediata del Tariff Rate Quota.
E' disponibile una nota di approfondimento "Protezionismo USA: misure compensative su import UE e Decreti Esecutivi del Presidente Trump".
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