Caso AIRBUS: revisione dei dazi sull’import UE in vigore dal 18 ottobre 2019

Il 14 febbraio lo U.S. Trade Representative ha pubblicato il decreto che modifica le misure compensative sull’import dall’UE in vigore dal 18 ottobre scorso a seguito della sentenza WTO sul caso Airbus. Il provvedimento determina solo modifiche minori alle tariffe in essere, nessuna delle quali impatta in maniera negativa sull’Italia.

La revisione riguarda essenzialmente gli aeromobili per il trasporto passeggeri dal peso superiore alle 30.000 tonn. (codici SH 8802.40.0040, 8802.40.0060 e 8802.40.0070), realizzati nei quattro paesi membri del consorzio Airbus  (Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna): il dazio originario del 10% viene innalzato al 15% e l’incremento entrerà in vigore a partire dalle 00.01 eastern time del 18 marzo p.v.;

Dalla cd. Part 6 della lista originaria di prodotti sottoposti a misure compensative, viene eliminato il codice doganale 2009.89.40, corrispondete a succo di prugna concentrato e non. La voce riguarda anche l’Italia, il cui export di tale prodotto negli USA nel 2018 è stato tuttavia pari a zero. In questo caso l’entrata in vigore della misura è prevista a partire dal 5 marzo prossimo;
Viene infine introdotta una nuova Part (la n.16) nella quale è inserito il codice SH 8214.90.60, corrispondente a taglieri e coltelli da macinazione realizzati da Germania e Francia, per i quali a partire dal 5 marzo sarà applicato un dazio ad valorem del 25%.
Il decreto non incide infine sulle restanti tariffe del 25% in essere dal 18 ottobre su prodotti alimentari e manifatturieri, che continueranno pertanto a rimanere in vigore.

Il file allegato contiene l’elenco consolidato dei codici doganali interessati dai dazi Airbus aggiornato alla review of action del 14 febbraio, con l’indicazione per ciascuno della categoria merceologica di riferimento, del dazio MFN applicato dagli USA e della tariffa imposta a seguito della pronuncia del WTO (le modifiche rispetto alla prima versione sono riportate in rosso).

Background

La decisione dello USTR modifica solo in una minima parte i dazi compensativi in vigore sulle merci europee varati ad ottobre. Lo scenario che si era manifestato lo scorso 6 dicembre, quando era stata avviata una consultazione pubblica in vista della cd. review of action, appariva invece ben diverso e più preoccupante.

Da un lato gli Usa si erano, infatti, riservati il diritto di intervenire sui prodotti o sulle tariffe già in vigore, portando i dazi dal 10 e 25% originario fino anche al 100%; dall’altro avevano pubblicato un nuovo elenco di beni che avrebbe potuto essere oggetto di nuove tariffe fino ad un massimo del 100% (fra cui vino, pasta, olio, salumi, biscotti, abbigliamento, pelletteria etc..). L’import dall’Italia per queste ultime categorie merceologiche è stato nel 2018 pari a 4,5 mld di USD (l’8,3% del totale), valore che faceva del nostro Paese il 2° membro UE potenzialmente più colpito dopo la Francia (6,9 miliardi) e davanti a Germania (3,6 mld), UK (2,7 mld) e Spagna (1 mld). Va ricordato, inoltre, come tale azione sarebbe stata pienamente giustificata alla luce del fatto che a fronte dei 7,5 mld di USD autorizzati dal WTO a favore degli USA, i dazi di ottobre ammontano a poco meno di 2 mld.

Reazioni USA alla Consultazione pubblica. Al 13 gennaio - termine ultimo per partecipare alla consultazione pubblica lanciata il 6 dicembre - lo USTR aveva raccolto circa 26.000 commenti. La grande maggioranza di essi erano fermamente contrari all’inasprimento delle misure in essere e provenivano principalmente da associazioni di categoria, gruppi di pressione, grandi imprese ma anche singoli consumatori o dipendenti di piccole e medie aziende. Il messaggio comune era che se l’obiettivo delle tariffe era quello di tutelare gli interessi legittimi dell’industria aeronautica, non avrebbe avuto senso perseguirlo compromettendo l’attività di migliaia di imprese attive in altri settori o il potere d’acquisto dei consumatori americani. 
Con specifico riferimento all’Italia, alla voce contraria delle imprese e degli importatori, si è unita quella autorevole dei Presidenti del Caucus Italo-Americano al Congresso che in una lettera indirizzata al Rappresentante per il commercio hanno chiesto esplicitamente di non penalizzare l’Italia nell’imminente decisione sulla revisione dei dazi.

Pressing diplomatico di UE e Italia. La necessità di interrompere l’escalation delle tensioni commerciali sull’asse trans-atlantico ha rappresentato la priorità dell’azione della Commissione UE nelle ultime settimane. Il dossier Airbus è stato al centro dei colloqui che il neo Commissario al Commercio, Phil Hogan, ha tenuto a Washington il 14 gennaio con il Rappresentante al commercio, Robert Lighthizer, e i Segretari al Commercio e Tesoro, Wilbur Ross e Steve Mnuchin. 
Il 21 gennaio a Davos il Presidente Trump e il presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, hanno avuto un breve incontro che ha permesso di pianificare una prossima riunione a Washington che permetta alle parti di compiere passi avanti nei principali dossier dell’agenda comune. Sul piano bilaterale, gli interessi delle imprese italiane - in particolare del settore alimentare - sono stati perorati con forza in occasione dei recenti incontri con le autorità statunitensi, tra cui quelli del Presidente Mattarella e del Premier Conte con il Vice Presidente Mike Pence (Roma, 24-25 gennaio) e quelli più tecnici svolti a Washington dal Sottosegretario agli Affari Esteri Ivan Scalfarotto. La necessità di una rinnovata collaborazione USA-UE è stata infine ribadita dai vertici di Confindustria al Direttore del NEC - National Economic Council e Consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, in occasione del G7 Business Summit tenuto il 3 e 4 febbraio a Washington.

Prossime scadenze

La normativa statunitense prevede che lo USTR possa ulteriormente rivedere ed eventualmente modificare i dazi relativi alla sentenza Airbus fra 180 giorni. Fra maggio e giugno è invece attesa la pronuncia del Dispute Settlement Body del WTO sul parallelo caso Boeing, per la quale gli analisti prevedono tuttavia una sanzione a favore dell’UE per un importo inferiore rispetto a quella comminata nel caso Airbus (7,49 mld di USD).

Contatti

Area Internazionalizzazione e Commercio Estero, Chiara Fanali, tel. 0258370.373, e-mail ; Giulia Repetto, tel. 0258370.497, e-mail 

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