Pagamenti della PA: convertito in legge il Decreto 'sblocca crediti'

Modifiche e correttivi apportati dalla conversione in legge del Decreto 'sblocca crediti', relativo ai ritardati pagamenti della PA.

Finalità e contenuti del decreto 'sblocca crediti'

E' stato convertito in legge il Decreto - Legge 8 aprile 2013, n. 35 recante "Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.132 del 7 giugno 2013.
Il Decreto, in vigore dal 9 aprile 2013, è volto a consentire il pagamento dei debiti delle amministrazioni centrali e territoriali e di quelli degli enti del servizio sanitario nazionale certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012, ovvero per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente entro tale data. Al fine di consentire il pagamento di questi debiti, il Decreto prevede, in particolare:

  • l’allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità Interno nel 2013 per il pagamento di debiti di parte capitale degli enti locali;
  • la concessione di anticipazioni di liquidità agli Enti locali e alle Regioni, anche finalizzata al pagamento dei debiti degli enti del Servizio Sanitario Nazionale.

E' poi prevista una ricognizione di tutti i debiti della PA tramite la piattaforma elettronica per la certificazione istituita nel 2012 dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Il Decreto mette a disposizione 40 miliardi di euro di cui, 20 nel 2013 e 20 nel 2014, parte dei quali destinati a trasferimenti tra i vari livelli di governo nonché all’accelerazione dei rimborsi d’imposta e al cofinanziamento dei fondi strutturali.

Le novità della conversione in legge del Decreto 'sblocca crediti'

La conversione in legge ha apportato i correttivi seguenti al Decreto:

  • le PA devono comunicare, entro il 30 giugno 2013, a ciascun creditore, anche tramite PEC, la data e l’importo del pagamento che riceveranno, nonché pubblicare sui propri siti, entro il 5 luglio 2013, l’elenco completo dei debiti che verranno pagati;
  • la comunicazione degli elenchi dei debiti equivale a certificazione con data di pagamento. L’intervento punta a facilitare lo smobilizzo di tali crediti, ma l’obbligo di indicare la data di pagamento è circoscritto nei limiti delle risorse rese disponibili dal Decreto;
  • la ricognizione dei debiti attraverso la piattaforma elettronica del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) dovrà essere effettuata entro il 15 settembre 2013 e ripetuta con cadenza annuale, anche dalla amministrazioni non tenute alla certificazione dei crediti. Gli elenchi dei debiti dovranno essere aggiornati continuativamente e sul sito del MEF saranno pubblicati mensilmente i dati relativi all'andamento dei pagamenti;
  • il pagamento dei debiti degli enti locali deve avvenire entro il termine perentorio di 30 giorni dall’erogazione delle anticipazioni di liquidità;
  • il Governo può sostituirsi agli organi delle Regioni e degli enti locali, nel caso in cui non abbiano adottato gli atti necessari per l’attuazione del decreto;
  • le risorse utilizzate dalla PA per pagare i debiti verso societá ed enti a totale partecipazione pubblica, comprese le società in house, dovranno essere utilizzate da questi soggetti, in via prioritaria, per l’estinzione dei loro debiti verso le imprese;
  • tra i debiti in conto capitale pagabili sono inclusi anche quelli fuori bilancio;
  • i provvedimenti attuativi del Decreto hanno natura non regolamentare. Ciò consente di eliminare il passaggio in Consiglio di Stato e in Corte dei Conti, accelerando e semplificando iI relativo iter;
  • la verifica della regolarità contributiva (DURC) è anticipata alla data di emissione della fattura e non più al momento della liquidazione del debito. In questo modo, viene ridimensionata la portata di un ostacolo che, spesso, le PA inadempienti frappongono al saldo di quanto dovuto;
  • il blocco delle azioni esecutive è prorogato a giugno 2014 per agevolare l’attuazione dei piani di rientro da deficit sanitari e il rispetto degli accordi transattivi conclusi in quell'ambito;
  • le misure legislative regionali di copertura del rimborso delle anticipazioni di liquidità agli enti del SSN devono avere ad oggetto, in via prioritaria, il taglio della spesa corrente;
  • le spese volte a finanziare scuola, università e ricerca, il Fondo sviluppo e coesione ed Expo 2015 sono escluse dai tagli necessari a coprire gli oneri derivanti dal Decreto;
  • rilevano, ai fini dell’ordine cronologico dei pagamenti, anche le eventuali transazioni tra PA e impresa. La modifica, contestata da Confindustria, potrebbe penalizzare le imprese che abbiano sottoscritto accordi transattivi, largamente diffusi nel settore sanitario;
  • le Regioni e le Province autonome possono, senza che sia necessario modificare le regole del Patto di Stabilità, mettere a disposizione degli enti locali spazi finanziari per 1,7 miliardi di euro da utilizzare per il pagamento dei debiti. Ciò consentirà di pagare ulteriori 2,1 miliardi di euro di debiti in conto capitale.

Inoltre, sono state introdotte alcune previsioni con cui si punta a definire il quadro di riferimento entro cui dovranno muovere i prossimi interventi volti a completare lo smaltimento del debito pregresso delle PA. Condizione, quest'ultima, indispensabile anche per rendere possibile l'effettivo rispetto delle nuove regole attuative della Direttiva 'Late Payments':

  • la nota di aggiornamento del DEF 2013 dovrà dare conto dell’attuazione del Decreto, indicando lo stato dei pagamenti e le iniziative da assumere, anche con la Legge di Stabilità per il 2014, per completare il pagamento dei debiti al 31 dicembre 2012;
  • la Legge di Stabilità potrà prevedere la concessione, nel 2014, della garanzia dello Stato sui crediti scaduti verso la PA, per favorirne la cessione a banche e intermediari finanziari. È stato inoltre disposto che il MEF può autorizzare la cessione di garanzia dello Stato a favore di istituzioni finanziarie nazionali ed europee.

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